I chatbot AI spirituali conquistano milioni di utenti

I chatbot AI spirituali conquistano milioni di utenti

I chatbot religiosi offrono conforto e risposte, ma gli esperti avvertono: non sostituiscono il discernimento spirituale umano.
I chatbot AI spirituali conquistano milioni di utenti
I chatbot religiosi offrono conforto e risposte, ma gli esperti avvertono: non sostituiscono il discernimento spirituale umano.

Nel silenzio di una stanza, con lo smartphone tra le mani, milioni di persone cercano conforto, risposte, connessione. Non più solo tra le mura di una chiesa o davanti a un altare, ma attraverso app e chatbot che promettono di avvicinare l’anima al divino.

Bible Chat, ad esempio, ha superato i 30 milioni di download, mentre Hallow, l’app cattolica per la meditazione e la preghiera, ha conquistato il primo posto nell’App Store di Apple. Un successo che racconta un cambiamento profondo. La spiritualità si sta spostando online.

Chattare con Dio, quando la spiritualità passa dai chatbot AI

Esistono addirittura siti che simulano conversazioni con Dio, santi o figure religiose, offrendo risposte personalizzate, consigli e persino “benedizioni” virtuali. Il rabbino Jonathan Roman ha definito questi strumenti una “porta d’ingresso alla fede” per chi non ha mai messo piede in una sinagoga o in una chiesa. Un modo per avvicinare le nuove generazioni, cresciute con il linguaggio delle notifiche e delle chat.

Ma non tutti sono così entusiasti, anzi. Heidi Campbell, docente alla Texas A&M, mette in guardia: I chatbot ci dicono ciò che vogliamo sentire. Non distinguono tra verità spirituale e desiderio personale, tra discernimento e conferma. Basati su modelli linguistici, questi strumenti possono rafforzare convinzioni errate, alimentare pensieri deliranti o cospiratori, e creare una fede “su misura” che rischia di perdere il suo fondamento.

Chatbot religiosi e verità distorte

La spiritualità digitale è un fenomeno in crescita, ma decisamente fragile. Milioni di utenti usano questi chatbot per momenti di raccoglimento, per trovare pace mentale o per avere risposte ai dubbi esistenziali. Ma c’è un problema di fondo. Questi strumenti non sono delle vere guide spirituali, sono programmi che imitano una conversazione religiosa.

E i dubbi restano. Un algoritmo può davvero toccare l’anima umana? Può sostituire il calore di una comunità, la saggezza di una guida spirituale in carne e ossa, l’energia che si crea quando le persone pregano insieme?

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Pubblicato il
15 set 2025
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