ChatGPT, Claude, Grok: le storie segrete dietro i nomi delle AI

ChatGPT, Claude, Grok: le storie segrete dietro i nomi delle AI

Da Claude a Siri, da DALL-E a Grok: ecco le storie, le ispirazioni e i riferimenti culturali dietro i nomi più iconici del'AI.
ChatGPT, Claude, Grok: le storie segrete dietro i nomi delle AI
Da Claude a Siri, da DALL-E a Grok: ecco le storie, le ispirazioni e i riferimenti culturali dietro i nomi più iconici del'AI.

ChatGPT, Claude, Siri, Grok non sono nomi scelti a caso. Dietro ogni nome si nascondono storie di matematici visionari, filosofie orientali, romanzi di fantascienza e, chi più ne ha, ne metta.

Perché le AI si chiamano così?

Claude come il padre della teoria dell’informazione

Se Anthropic ha chiamato il suo modello AI “Claude“, c’è un buon motivo. È un tributo a Claude Shannon, matematico e ingegnere americano che tra il 1916 e il 2001 ha praticamente inventato la teoria dell’informazione. Shannon ha gettato le basi matematiche della comunicazione moderna. Shannon ha formalizzato concetti che oggi diamo per scontati, cosa sia un’informazione, come si possa misurare, come trasmetterla in modo affidabile anche in presenza di rumore ed errori. Senza di lui non esisterebbero Internet, le reti mobili, i computer come li conosciamo oggi, né i modelli di intelligenza artificiale.

Sora: il cielo come unico limite

Quando OpenAI ha presentato il suo generatore di video nel 2024, ha scelto un nome che suona come una carezza, Sora. In giapponese significa “cielo” (空), e secondo il team rappresenta il potenziale creativo illimitato dello strumento. È una metafora poetica che evoca l’assenza di confini.

La scelta di una parola giapponese fa parte di una tendenza sempre più diffusa delle tech company: pescare da lingue diverse per dare ai propri prodotti un’aura internazionale e culturalmente sofisticata.

Midjourney: filosofia taoista per chi genera immagini

David Holz, fondatore di Midjourney, ha preso il nome dalla traduzione di un antico testo taoista, lo Zhuangzi. In un’intervista, ha spiegato che midjourney significa letteralmente “nel mezzo del viaggio“. Non siamo più ancorati al passato, che tendiamo a dimenticare o superare, ma non siamo nemmeno arrivati a un futuro chiaro e definito. Siamo in una fase di transizione, in cui è facile sentirsi disorientati perché le cose stanno cambiando rapidamente e non è ancora chiaro dove porteranno.

Il nome vuole quindi trasmettere l’idea che l’intelligenza artificiale, e la creatività che ne deriva, non siano un punto di arrivo, ma un percorso in itinere.

DALL-E: quando Salvador Dalí incontra Wall-E

DALL-E fonde due universi completamente diversi: Salvador Dalí, il maestro surrealista spagnolo che dipingeva orologi molli e elefanti con zampe di ragno, e WALL-E, l’adorabile robot della Pixar che compattava spazzatura su una Terra deserta.

DALL-E quindi, simboleggia l’incontro tra arte surrealista e tecnologia creativa, tra la follia visionaria di Dalí e l’innocenza tecnologica di un robot che sogna.

Grok: capire come farebbe un marziano

Elon Musk è un fan sfegatato della fantascienza e questo si riflette nel nome della sua AI. Grok è un verbo inventato da Robert A. Heinlein nel romanzo cult “Straniero in terra straniera” (1961). Nel libro, un umano cresciuto su Marte usa questa parola per descrivere una comprensione profonda e intuitiva che va ben oltre il semplice capire intellettuale.

Heinlein aveva pensato a “grok” come “bere” in marziano, ma in senso lato: assorbire qualcosa così completamente da farlo diventare parte di sé. Musk ha ricevuto l’Heinlein Prize nel 2011, definendolo uno dei migliori premi mai ricevuti. Da allora il termine è entrato nei dizionari inglesi come sinonimo di “comprendere in modo profondo ed empatico”. Quando Musk ha creato il suo modello linguistico, non poteva che chiamarlo così.

Poe: acronimo o tributo al corvo?

Poe, il chatbot di Quora, sta ufficialmente per “Platform for Open Exploration”. Ma alcuni utenti speculano su un possibile doppio significato, un riferimento a Edgar Allan Poe, il cui poema più celebre, “Il Corvo”, mette in scena un uccello che ripete costantemente ciò che ha sentito. Una metafora perfetta per i chatbot che rigurgitano informazioni? Quora non ha mai confermato, lasciando la questione volutamente ambigua.

DeepSeek: il chatbot che ha terrorizzato Wall Street

Il nome della startup cinese che ha sconvolto i mercati all’inizio del 2025 è più letterale di quanto sembri. In cinese, DeepSeek si scrive 深度求索, che si traduce come “ricerca in profondità”. Un nome che riflette l’ambizione dell’azienda fondata a Hangzhou nel 2023: scavare a fondo nelle possibilità dell’AI, anche con risorse limitate. E ci sono riusciti talmente bene da far crollare le azioni di NVIDIA.

Perplexity: meno confuso, più preciso

Il nome di questo motore di ricerca AI è un richiamo diretto alla matematica. La perplessità è una misura utilizzata nel trattamento del linguaggio naturale per valutare la qualità di un modello probabilistico. Un punteggio di perplessità basso significa che il modello è “meno perplesso”, “meno confuso”. Il nome riflette l’obiettivo: ridurre l’incertezza degli utenti fornendo risposte precise e con accesso alle fonti.

Llama, come il re delle Ande

Meta ha scelto un acronimo ingegnoso: “Large Language Model Meta AI” (LLaMA). La genialità sta nel fatto che corrisponde perfettamente alla parola inglese “llama”, il lama sudamericano. Molto più memorabile di una sequenza di termini tecnici sterili. Questa scelta ha ispirato altri progetti open source come Alpaca, un chatbot basato su LLaMA. Essendo l’alpaca un altro camelide sudamericano, ora abbiamo un intero zoo di modelli AI con nomi ispirati agli animali delle Ande.

Firefly: lucciole che illuminano la creatività

Adobe non ha mai spiegato ufficialmente perché ha chiamato Firefly il suo generatore di immagini. Ma la scelta evoca naturalmente luce, illuminazione creativa, magia. Le lucciole producono luce propria attraverso reazioni chimiche nel loro addome, un fenomeno così affascinante da essere associato universalmente all’ispirazione. Il nome suona poetico senza essere pretenzioso.

Suno: “ascolta” in hindi

Suno significa “ascolta” in hindi (सुनो). Per un generatore di musica basato sull’AI, è perfetto. Fondata nel 2023 nel Massachusetts, Suno è diventata rapidamente popolare per la sua capacità di generare canzoni complete con testi e strumentazione. Il nome cattura esattamente cosa fa: chiede agli utenti di fermarsi e ascoltare quello che l’intelligenza artificiale può creare.

Siri: la bella norvegese che porta alla vittoria

Questa è una delle storie più affascinanti. Dag Kittlaus, co-fondatore della startup Siri Inc., è un americano di origini norvegesi. Scelse il nome in omaggio a una ex collega norvegese, ma anche perché inizialmente aveva previsto di chiamare così sua figlia. Peccato che sia nato un maschio.

In norvegese, Siri è un diminutivo di Sigrid, derivato dal norreno che significa “bella donna che porta alla vittoria” (da sigr = vittoria e fríðr = bella). Adam Cheyer, co-creatore di Siri, apprezzava il nome anche perché in swahili significa “segreto”, un riferimento alla loro fase di sviluppo riservata.

Una curiosità: Steve Jobs odiava il nome Siri, ma Apple lo mantenne perché non trovarono niente di meglio.

I classici: quando il nome dice tutto

Alcuni nomi sono più diretti e non richiedono interpretazioni filosofiche. ChatGPT combina “Chat” e “GPT” (Generative Pre-trained Transformer). Gemini, l’ex Bard di Google, fa riferimento al segno zodiacale dei Gemelli, e simboleggia dualità e versatilità. Copilot di Microsoft usa una metafora aeronautica: l’AI assiste senza prendere i comandi. Alexa di Amazon si ispira alla biblioteca di Alessandria, simbolo universale di conoscenza accumulata.

E poi ci sono i francesi di Mistral che hanno chiamato il loro chatbot “Le Chat“, semplice e senza fronzoli.

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Pubblicato il
29 dic 2025
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