Con il suo intervento in Senato redatto da ChatGPT, a fine maggio, Marco Lombardo aveva a modo suo anticipato i tempi: in Brasile, il chatbot ha addirittura scritto una legge, per intero. È quanto accaduto nella città di Porto Alegre, la capitale del Rio Grande do Sul.
In Brasile è stata approvata una legge scritta da ChatGPT
Nel dettaglio, si tratta di un’ordinanza che impedisce di far pagare la sostituzione dei contatori dell’acqua a coloro che ne hanno subito il furto. Ignoriamo quale sia l’origine del problema, nello specifico, ma ha poca importanza ai fini della notizia. Ciò che conta è che Ramiro Rosário, consigliere che si è occupato della stesura del testo (o meglio, del prompt da sottoporre all’IA), abbia volutamente tenuto nascosta la sua natura artificiale fino a dopo l’approvazione.
Il motivo? La volontà di innescare un dibattito costruttivo sul tema e su come l’impatto generato da questi sistemi, anche in termini di processo democratico e iter legislativo, possa avere serie ripercussioni sulla vita e sulla quotidianità di tutti, senza pregiudizi e senza appiccicare preventivamente alla tecnologia un’etichetta positiva o negativa.
È stato scelto un disegno di legge semplice, per evitare argomenti controversi. L’intelligenza artificiale non ha solo fornito il testo che ho proposto, ma ha fatto di più, ha fissato le scadenze e ha incluso un articolo a cui non avevo pensato. Credo sia sensazionale.
Sensazionalismi a parte, lo stimolo a una discussione non può che essere ben accolto. Dopotutto, è la stessa finalità perseguita nei mesi scorsi proprio da Marco Lombardo nel nostro Parlamento.
Forse, delegare a ChatGPT (o a una qualsiasi altra tecnologia di intelligenza artificiale) la stesura di un testo destinato a diventare un disegno di legge, non è la più felice delle scelte. Il più grande problema che affligge questi sistemi è oggi quello relativo alle cosiddette allucinazioni, distorsioni della realtà (o della realtà dei fatti) che emergono tra i risultati restituiti in output, dovute alla qualità dei dati forniti durante la fase di apprendimento e all’azione degli algoritmi. Però, nel momento storico in cui la chiesa dell’IA conta migliaia di fedeli, tutto è concesso.