Cina, galera per il ladro di sorgenti

Cina, galera per il ladro di sorgenti

Aveva sottratto i codici ad un grosso produttore videoludico e li aveva rivenduti. Ma i cybercop cinesi hanno individuato tutti. Carcere e multe. La novità: Pechino difende le proprietà intellettuali
Aveva sottratto i codici ad un grosso produttore videoludico e li aveva rivenduti. Ma i cybercop cinesi hanno individuato tutti. Carcere e multe. La novità: Pechino difende le proprietà intellettuali

No, Wang Yuchuan non l’ha fatta franca. L’ex impiegato di Giant Interactive , produttore di videogiochi e giochi online, aveva sottratto all’azienda i sorgenti del gioco online Zhengtu , rivendendoli a due sconosciuti per 130 mila yuan (circa 12 mila euro). Questi a loro volta li avevano rivenduti per 200 mila yuan (circa 18 mila euro). Ora sono scattate le manette . Per la precisione: multa e un anno e dieci mesi di prigione .

Zhengtu è un gioco online molto popolare . Ad ottobre 2006, poco dopo il lancio, le statistiche riscontravano già 645 mila giocatori contemporanei , valore allineato ( secondo alcuni maggiore) a quello di World of Warcraft . Ad aprile 2007, secondo quanto riferisce Ign.com , le utenze erano più di 800 mila .

La crescita del numero di utenti del gioco è stata rapidissima, la più veloce mai vista prima in Cina, fenomeno questo che ha sollevato l’attenzione di molti gruppi industriali. Sotto il profilo economico, infatti, il gioco è in grado di portare in cassa profitti del valore di 120 milioni di yuan al mese (più di 11 milioni di euro).

“Il gioco non richiede pagamenti per l’iscrizione, ma dispone di molti extra che costano. E molti giocatori ci spendono migliaia di yuan al mese”, spiega lo Standard di Hong Kong.

Non si parla, dunque, di cifre di poco conto e le autorità cinesi, spesso accusate di far poco o nulla contro la contraffazione, con questo arresto portano a casa altri punti e proseguono nel cercare di guadagnarsi la fiducia del mondo del copyright . “In linea di massima è una buona notizia”, si legge su Playnoevil . “Evidente il fine di proteggere la proprietà intellettuale”. Non sembrano però tutti dello stesso parere: “Peccato che (i cinesi, ndR) si preoccupino solo delle faccende nazionali. Dovranno pur cominciare da qualche parte?”, dice causticamente un commento su Kotaku . Un riferimento comprensibile: Zhengtu è naturalmente una questione cinese, e lo zelo dimostrato dai cybercop cinesi in vicende che riguardano major del software o dell’intrattenimento occidentali non è sempre sembrato a questi stessi livelli.

Marco Valerio Principato

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Pubblicato il
17 dic 2007
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