Los Angeles (USA) – Le multinazionali americane che aderiscono alla RIAA stanno cercando con ogni mezzo di mantenere un controllo semimonopolistico sulla produzione musicale, vedono Napster come un nemico e cercano quindi di schiacciarlo: questa la tesi con cui il sistemone scambiafile accusato di favorire la pirateria ha deciso di controbattere le numerose denunce presentate proprio dalla RIAA, denunce che chiedono la chiusura di Napster.
La nuova posizione di Napster, assai più aggressiva che in passato, viene attribuita al suo nuovo avvocato David Boies, il legale che alle dipendenze del ministero della Giustizia USA ha avuto un ruolo decisivo nella condanna per abuso di posizione dominante comminata di recente a Microsoft .
Boies è durissimo con la RIAA: “E’ evidente che la RIAA vede Napster come minaccia non perché va a intaccare le vendite di dischi ma perché riduce il suo controllo sulle vendite stesse”. Da qui, secondo Boies, la crociata che la RIAA sta conducendo. “Questa tecnologia – ha spiegato ai giornalisti – può minacciare il controllo economico di un’associazione di categoria dominante divenuta tale con la tecnologia precedente. La RIAA sta cercando di aggiornarsi rapidamente e di mettere Napster all’angolo per avere il tempo di organizzarsi”.
Secondo Boies ci sono delle relazioni tra il caso Microsoft e il caso RIAA: “Credo che alcune questioni siano le stesse, per esempio se una associazione o un’azienda dominante debba o meno poter usare i mezzi a disposizione per mettere fuori gioco una nuova tecnologia e quale rapporto abbia questo con i benefici per gli utenti o la loro capacità di scelta”.
La risposta della RIAA all’uscita di Boies non s’è fatta attendere: “Napster non ha mai cercato delle licenze per la propria attività. Hanno messo in piedi un sistema di pirateria all’ingrosso”.
Il prossimo 26 luglio a San Francisco un tribunale distrettuale aprirà le danze e inizierà il processo che potrebbe determinare in via definitiva il ruolo giuridico dei sistemoni scambia-file.