Anthropic ha lanciato un’applicazione web per Claude Code, il suo assistente di programmazione AI che è diventato virale tra gli sviluppatori e genera oltre 500 milioni di dollari all’anno. Ora invece di dover aprire un terminale e digitare comandi, basta semplicemente aprire claude.ai, cliccare sulla scheda “Code” e iniziare a dire all’AI cosa programmare.
Claude Code era nato come strumento da interfaccia a riga di comando (CLI). Portarlo sul web significa democratizzare l’accesso, renderlo più amichevole, trasformarlo da tool per nerd che amano il terminale a strumento per chiunque abbia un browser e una carta di credito.
Anthropic lancia Claude Code sul web per creare e gestire agenti di programmazione AI dal browser
Claude Code per il web è disponibile per gli abbonati al piano Pro di Anthropic da 20 dollari al mese, oltre ai piani Max da 100 e 200 dollari al mese. Gli utenti possono accedere a Claude Code sul web navigando su claude.ai, lo stesso sito del chatbot consumer di Anthropic, oppure tramite l’app Claude per iOS.
La competizione tra le aziende tech che cercano di distinguersi con i propri strumenti di coding AI è feroce. GitHub Copilot di Microsoft un tempo dominava il settore come un re indiscusso, ma ora Cursor, Google, OpenAI e Anthropic hanno tutti strumenti altamente performanti, molti già disponibili sul web.
Claude Code è senza dubbio uno dei più popolari. Lo strumento ha visto crescere di 10 volte il numero di utenti dal lancio su larga scala a maggio, e ora rappresenta oltre 500 milioni di dollari di fatturato annuo per Anthropic. Cinquecento milioni. Per un prodotto che fondamentalmente dice a un’AI scrivi questo codice per me
e poi gli sviluppatori rivedono il risultato invece di scrivere tutto da zero.
Cat Wu, product manager di Anthropic, attribuisce gran parte del successo ai modelli di intelligenza artificiale dell’azienda, che negli ultimi anni sono diventati i preferiti dagli sviluppatori. Ma Wu dice anche che il team cerca deliberatamente di aggiungere un tocco di divertimento
al prodotto. Perché programmare con l’aiuto di un’AI deve essere anche divertente, non solo efficiente.
Il terminale resta la casa base
Wu ha dichiarato che Anthropic continuerà a portare Claude Code in più contesti, ma il terminale rimarrà probabilmente la base principale per il prodotto. Guardando al futuro, uno dei nostri obiettivi principali è garantire che il prodotto CLI sia il modo più intelligente e personalizzabile per utilizzare gli agenti di codifica
, ha detto. Ma continueremo a inserire Claude Code ovunque, aiutandolo a raggiungere gli sviluppatori ovunque si trovino
.
È la strategia dell’ubiquità, essere disponibili ovunque gli sviluppatori lavorano, che sia il terminale, il browser, il telefono, forse un giorno anche lo smartwatch se qualcuno trova un modo sensato per programmare da uno schermo di 2 pollici.
Il 90% di Claude Code è scritto da Claude Code
Anthropic sostiene che il 90% del prodotto Claude Code è scritto dai modelli AI dell’azienda. È un livello di autosufficienza che di certo impressiona. Un’intelligenza artificiale che programma se stessa usando se stessa. Wu, che in precedenza era un ingegnere, dice che ormai raramente si siede alla tastiera per scrivere codice, limitandosi principalmente a rivedere i risultati di Claude Code.
È l’evoluzione naturale degli strumenti di programmazione AI. I primi funzionavano come completamento automatico, suggerivano la riga successiva mentre si scriveva. Poi sono arrivati gli agenti autonomi che lavorano da soli. Si attiva l’agente, si forniscono le istruzioni generali, e lui si mette a programmare mentre si fa altro. Milioni di ingegneri software stanno diventando manager di assistenti di codifica AI nel loro lavoro quotidiano, delegando la scrittura effettiva del codice, per concentrarsi sulla revisione e l’architettura.
Non tutti sono convinti (e alcuni dati preoccupano)
Il cambiamento non è stato accolto con favore proprio da tutti. Uno studio recente ha scoperto che alcuni ingegneri erano in realtà più lenti quando usavano strumenti di coding AI come Cursor. I ricercatori hanno suggerito che gli ingegneri trascorrevano gran parte del tempo a dare istruzioni e ad aspettare che gli strumenti finissero, invece di lavorare su altri problemi.
Gli strumenti di coding AI hanno anche difficoltà con codici grandi e complessi, quindi gli ingegneri potrebbero trascorrere molto tempo a correggere risposte errate del modello.
Il futuro secondo Dario Amodei
Ciononostante, aziende come Anthropic continuano a investire massicciamente nello sviluppo di agenti di programmazione basati sull’intelligenza artificiale. Dario Amodei, CEO di Anthropic, ha previsto alcuni mesi fa che l’AI scriverà il 90% del codice per gli ingegneri software. È una previsione audace che potrebbe essere vera all’interno di Anthropic, dove letteralmente il 90% di Claude Code è già scritto da AI, ma nell’economia in generale il cambiamento potrebbe richiedere più tempo.
Ma Anthropic sta chiaramente scommettendo che quel futuro arriverà, e vuole essere ovunque quando succederà. Claude Code sul web è un passo in quella direzione: rendere gli agenti di programmazione AI accessibili, familiari, facili da usare. Trasformare la programmazione da attività manuale a supervisione di assistenti digitali. E se funzionerà come promesso, grande “se”, potrebbe cambiare radicalmente cosa significa essere uno sviluppatore software. O potrebbe creare una generazione di programmatori che sanno dire a un’AI cosa fare ma non sanno più scrivere codice da soli, il che potrebbe diventare problematico quando l’AI inevitabilmente produce risultati sbagliati.