Cloudflare perde ancora: deve bloccare i siti pirata

Cloudflare perde ancora: deve bloccare i siti pirata

Il tribunale di Milano ha respinto l'ennesimo ricorso presentato da Cloudflare, quindi dovrà bloccare l'accesso tramite il suo resolver DNS 1.1.1.1.
Cloudflare perde ancora: deve bloccare i siti pirata
Il tribunale di Milano ha respinto l'ennesimo ricorso presentato da Cloudflare, quindi dovrà bloccare l'accesso tramite il suo resolver DNS 1.1.1.1.

Il tribunale di Milano ha nuovamente confermato che Cloudflare deve impedire l’accesso ai siti pirata attraverso il suo servizio DNS. Per l’azienda californiana si tratta della terza sconfitta consecutiva, dopo l’ingiunzione cautelare di luglio 2022 e il ricorso respinto a novembre 2022. Secondo il giudice non esiste nessun impedimento tecnico all’applicazione del blocco.

Cloudflare deve impedire l’accesso tramite DNS

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) aveva ordinato agli ISP di bloccare l’accesso a tre siti BitTorrent (kickasstorrents.to, limetorrents.pro e ilcorsaronero.pro), dopo aver ricevuto una denuncia da Sony Music, Universal Music e Warner Music. Gli utenti potevano però aggirare il blocco utilizzando i DNS pubblici, come quelli di Cloudflare (1.1.1.1 e 1.0.0.1).

In seguito alla denuncia presentata dalle tre case discografiche, il tribunale di Milano aveva emesso un’ingiunzione cautelare che l’azienda californiana ha rispettato, bloccando l’accesso tramite il suo servizio DNS. Il successivo ricorso presentato da Cloudflare è stato respinto.

L’azienda ha quindi chiesto al tribunale di chiarire come doveva essere applicato il blocco, in quanto potrebbe avere conseguenze per il servizio. Il giudice ha risposto che l’efficienza delle misure non è un argomento che riguarda il procedimento di ingiunzione. Inoltre era stato già dimostrato che il blocco è tecnicamente possibile con il resolver DNS per famiglie.

Gli elementi agli atti sembrano suggerire che la stessa ricorrente istituisca generali sistemi di verifica preventiva sui contenuti dei siti da essa serviti, con riguardo al monitoraggio di contenuti non idonei ai minori o per reati legati alla pedofilia.

La IFPI (International Federation of the Phonographic Industry) ha dichiarato:

Accogliamo con favore la decisione odierna del tribunale di Milano che ha confermato che CloudFlare è obbligato a cessare di fornire l’accesso a tre siti che violano il copyright e a qualsiasi altro “sito mirror” tramite il suo servizio DNS pubblico. In tal modo il tribunale di Milano ha stabilito un importante precedente che può essere richiesto agli intermediari online di agire efficacemente se i loro servizi sono utilizzati per la pirateria musicale.

Come detto, i tre siti non sono più raggiungibili dall’Italia. Tuttavia Cloudflare non ha bloccato l’accesso tramite il suo resolver DNS, ma ha adottato un “rimedio alternativo” per rispettare l’ordine del tribunale.

Fonte: TorrentFreak
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Pubblicato il
5 apr 2023
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