Sunnyvale (USA) – CacheFlow ha “inventato” un’altra classe di appliance, i “server accelerator”, scatolette in grado di dare una spinta alle prestazioni dei server più trafficati, dove spesso risiedono siti web o applicazioni stand alone che fanno intenso uso di database.
La nuova famiglia di appliance di CacheFlow, a ben vedere, prende in eredità alcune delle funzionalità di caching dei tradizionali proxy server, ma a differenza di questi possono vantare configurazioni hardware e algoritmi specificamente ottimizzati per gestire l’accesso dinamico a dati e pagine Web.
CacheFlow mira soprattutto al mercato dei database server Unix di fascia alta, un settore dove i dirigenti dell’azienda sostengono che la loro tecnologia può arrivare a quintuplicare o addirittura a decuplicare la larghezza di banda di un singolo server.