Sappiamo da luglio che i nuovi compensi SIAE sulla copia privata interessano anche la memorizzazione dei contenuti sul cloud e si tradurranno, a conti fatti, in aumenti fino al 40% sul prezzo finale dei dispositivi. Tradotto: smartphone, tablet, computer e unità di storage costeranno di più. Sul tema, vale la pena segnalare l’intervento di ASMI, l’Associazione di Categoria dei Produttori di Supporti e Sistemi Multimediali. Quanto riportato di seguito è contenuto in un comunicato stampa giunto in redazione.
ASMI sui nuovi compensi SIAE per la copia privata
Il presidente Mario Pissetti non usa giri di parole, affermando anzitutto che Le tariffe devono essere diminuite, non aumentate
e riferendosi al potenziale impatto negativo che, con una misura di questo tipo, si manifesterebbe non solo sulle tasche dei consumatori, ma anche sulla sostenibilità delle aziende oneste, costituendo un assist per le organizzazioni criminali. Queste le sue parole.
Il rischio è di compromettere la competitività delle imprese italiane oneste, lasciando nuove opportunità alla malavita, con ripercussioni occupazionali ed effetti distorsivi sul mercato legale.
Il decreto in questione, nella forma della bozza pubblicata dal Ministero della cultura, è definito come un favore al mercato illegale e agli operatori esteri, i cui dispositivi sono soggetti a oneri generalmente molto più bassi o assenti
. Il suggerimento fornito è quello di puntare alla definizione di un sistema più equo e trasparente
, allineato a quanto accade nel resto d’Europa.
Effetto boomerang: chi troppo vuole…
Secondo ASMI, così come è stato scritto, il testo che mira a incrementare la raccolta per la copia privata, rischia invece di innescare esattamente l’effetto contrario, mostrando il fianco a un inevitabile fenomeno di contrabbando ed evasione, se le tariffe non verranno riviste al ribasso
. A farne le spese (letteralmente) potrebbero essere, di nuovo, i consumatori in primis, vedendosi costretti a pagare di più i dispositivi, tra l’altro in un contesto economico già difficile e soggetto ai rincari legati alle politiche sui dazi. Paradossalmente, forzare la mano in questo modo potrebbe penalizzare anche gli autori, che la stessa SIAE afferma invece di voler sostenere con l’iniziativa.