Contro-informazione, Singapore fa scuola

Contro-informazione, Singapore fa scuola

Sono per molti versi rivoluzionarie le dichiarazioni del ministro degli Interni di Singapore, secondo cui per reagire alla promozione del terrorismo e del radicalismo online ci vuole informazione, non censura
Sono per molti versi rivoluzionarie le dichiarazioni del ministro degli Interni di Singapore, secondo cui per reagire alla promozione del terrorismo e del radicalismo online ci vuole informazione, non censura

Singapore – È uno dei paesi che non esita ad adottare misure severissime di controllo della Rete, ma Singapore è anche il paese nel quale il ministro degli Interni Wong Kan Seng ha disegnato una nuova dottrina per contrastare la diffusione di certe “pericolose ideologie” su Internet.

Anziché arroccarsi su una censura dei siti web destinata a fallire, Wong propone di portare in rete informazione e conoscenza in modo tale che, sfruttando il dinamismo e la visibilità di certe iniziative web, si possa contrastare la crescente diffusione del radicalismo ideologico, foriero di attività terroristiche e capace di avvicinare al terrorismo, dice Wong, gli utenti Internet.

Wong ne ha parlato nei giorni scorsi, segnala AFP , accennando alle indagini che le autorità di Singapore stanno svolgendo su alcuni connazionali che, proprio per la crescente diffusione di siti che simpatizzano per la violenza e il terrorismo, sarebbero stati “attratti” da attività illegali pericolose, trasformandosi in individui “ideologizzati”.

Wong sostiene che sono almeno 6mila i siti che promuovono ideologie militanti . “Il Dipartimento della sicurezza interna – ha sottolineato – ha posto sotto indagine alcuni cittadini di Singapore che sono attratti dalle idee terroristiche e radicali veicolate sui mass media, in particolare Internet”. E allo Straits Times ha descritto alcuni casi, come quelli di alcuni giovani che le autorità di Singapore ritengono essere entrati in contatto con soggetti stranieri “coinvolti nel reclutamento e nel recupero di mezzi finanziari per le attività terroristiche”.

Ma ora, grazie all’appoggio assicurato dai leader religiosi locali, Wong e il suo governo hanno deciso di affrontare Internet in modo più “illuminato” che in passato, almeno apparentemente, portando in rete l’ altra informazione : “Pubblicare online iniziative contro gli ideologismi è una iniziativa significativa, dal momento – ha dichiarato Wong – che è improponibile tentare di far chiudere tutti i siti web dedicati al terrorismo”.

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Pubblicato il
5 mar 2007
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