Copyright, investitori contro PROTECT IP Act

Copyright, investitori contro PROTECT IP Act

I grandi venture capitalist contro la nuova arma legislativa statunitense puntata sulla condivisione illecita dei contenuti. Finirebbe col soffocare l'innovazione, danneggiando i provider
I grandi venture capitalist contro la nuova arma legislativa statunitense puntata sulla condivisione illecita dei contenuti. Finirebbe col soffocare l'innovazione, danneggiando i provider

Un’accorata lettera aperta inviata ai membri del Congresso statunitense da un più che corposo gruppo di imprenditori e venture capitalist a stelle e strisce. Tra questi, il già fondatore di Netscape Marc Andreessen e il publisher Tim O ‘Reilly, scagliatisi con estrema fermezza contro il famigerato PROTECT IP Act (PIPA), la nuova corazzata legislativa contro la violazione online del diritto d’autore.

Nuove agguerrite predisposizioni di legge, che potrebbero portare alla chiusura improvvisa di migliaia di spazi online votati alla condivisione di contenuti . Gli investitori high-tech hanno innanzitutto sottolineato come l’idea di proteggere un mercato digitale legale sia corretta, almeno come intenzione primaria da parte dei congressman e di tutta l’Amministrazione Obama.

Andreessen e gli altri investitori sono però convinti che l’attuale disegno di legge fallirà nel suo intento primario, finendo col far più danni che benefici. Le predisposizioni di PIPA avrebbero infatti un impatto devastante sull’economia basata sui servizi Internet, soffocando l’innovazione e danneggiando il livello di competitività degli Stati Uniti d’America .

Milioni di netizen potrebbero infatti decidere di migrare verso siti esteri, dal momento che PIPA procederebbe con sigilli e blocchi a mezzo DNS. Questo non avrebbe alcun effetto positivo nella lotta alla condivisione selvaggia dei contenuti, trasformandosi invece in un vero e proprio boomerang contro l’economia statunitense basata su Internet. I principali provider verrebbero di fatto danneggiati , non più protetti dal cosiddetto safe harbor, l’esenzione di responsabilità per i provider prevista dal DMCA.

Le intenzioni di PIPA andrebbero dunque ad annullare quelle fondamentali protezioni per gli intermediari, così come imposte dall’attuale Digital Millennium Copyright Act (DMCA). Secondo gli investitori, bisognerebbe guardare a modelli di successo come iTunes, Pandora e Netflix per capire come la lotta al P2P vada condotta attraverso l’innovazione dei servizi e modelli di business adatti alle nuove esigenze di consumo sul web.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
27 giu 2011
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