Secondo quanto riferiscono le fonti ufficiali nazionali, la Corea del Nord ha iniziato a costruire tre propri diversi modelli di computer.
Il regime di Kim Jong-Il ha infatti mostrato la nuova produzione nazionale in un servizio andato in onda in prima serata, un approfondimento su una fabbrica governativa in nuce (almeno a giudicare dallo stato di avanzamento del lavoro mostrato nelle riprese) addetta alla costruzione dei computer della Corea del Nord: due modelli che saranno utilizzati per fini educativi e un terzo per essere impiegato negli uffici.
Per quelli indirizzati agli istituti scolastici si parla di due forme: un netbook e una macchina dotata solo di case, tastiera e mouse sviluppata per essere collegata ad un televisore. Il loro utilizzo sarebbe destinato alla fruizione di contenuti multimediali nelle classi, per la gestione dei documenti elettronici e per l’apprendimento delle lingue straniere.
Quello per uffici sarà invece un laptop con software di produttività e un web browser, con porte USB per il trasferimento dati.
A sancire la nuova autarchia hardware del Paese, il fatto che ogni tecnologia impiegata sia “sviluppata interamente dai nostri esperti”, come afferma Pae Myong-Sok, un portavoce della fabbrica e delle autorità.
Per tutte e tre le macchine il sistema operativo, inoltre, è probabile che sia Red Star , la versione Linux sviluppata proprio dalla Corea del Nord. Così come i software impiegati saranno sicuramente tutti approvati dal Caro Leader ed indirizzati esclusivamente a rispondere alle esigenze lavorative.
La scelta di produrre i propri PC, inoltre, conferma la linea di condotta della reggenza di Kim Jong-Il già iniziata con il giro di vite adottato nei confronti dei dispositivi cellulari.
La linea politica diffusa dalla tv nazionale, peraltro, ben poco varierebbe anche se fossero confermate le voci che bollano come fasulla l’intera storia: i computer inquadrati assomigliano molto da vicino a omologhi cinesi e la fabbrica ripresa sembra fin troppo “in nuce” per essere effettivamente operativa. In ogni caso l’intento del regime sarebbe perseguito con l’imposizione di determinati device, con software e hardware approvati direttamente dal Caro Leader, anche se non sviluppati e costruiti nel paese.
Claudio Tamburrino