Covid-19: il contagio potrebbe riattivare retrovirus latenti

Covid-19: il contagio potrebbe riattivare retrovirus latenti

Uno studio scientifico su Phys.org sembra evidenziare il fatto che l'infezione da Covid-19 possa risvegliare virus latenti presenti nel DNA.
Covid-19: il contagio potrebbe riattivare retrovirus latenti
Uno studio scientifico su Phys.org sembra evidenziare il fatto che l'infezione da Covid-19 possa risvegliare virus latenti presenti nel DNA.

In una sinossi postata lunedì su Phys.org, John Hewitt ha parlato di alcune complicazioni indirette legate al Covid-19. Si parlerebbe di contagio, ovvero infezione da virus, capace di risvegliare virus latenti con cui siamo nati, e che quindi abbiamo nel nostro DNA.

Per spiegare meglio: i retrovirus sono una sottoclasse di virus che lascia parti del proprio RNA dentro al DNA come parte della sua replicazione. Una piccola parte del DNA, l’1% del genoma umano, è composto da retrovirus (antichi o meno) che con la riproduzione vengono passati da genitori a figli, ma che rimangono latenti.

Lo studio mostrerebbe che il Covid-19 può riattivare tali retrovirus

L’articolo afferma che gli elementi trasponibili, chiamati anche geni saltanti, sono la causa di molte malattie. Questi vengono tenuti repressi dalla metilazione del DNA, dall’unione dell’RNA e dal sistema immunitario. Hewitt afferma che, studiando l’attivazione di un particolare tipo di trasposone per quanto riguarda le condizioni neurodegenerative, il LINE1, ha scoperto qualcosa legato al Covid che potrebbe portare ad altri problemi.

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Le prove parlerebbero del fatto che il SARS-CoV-2, o meglio la sua proteina spike, attiverebbe il pericapside codificato da un retrovirus endogeno nel sangue, che porterebbe a complicazioni. I retrovirus endogeni infatti hanno perso la capacità di replicarsi perché non posseggono più un tipo di sequenza all’inizio e alla fine del filamento di RNA. Il Covid-19, però, potrebbe dare la possibilità a questi retrovirus di riattivarsi.

Ad ora la ricerca è ancora in pre-stampa, ma le prove ci sono e sembrano ben fondate. La notizia che spaventa ancora di più però riguarda la percentuale di persone che potrebbero avere questo tipo di problematiche: si tratta di un 20/30%, circa una persona su quattro, un dato molto alto se pensiamo che prende di mira tutti coloro che hanno avuto un’infezione da Covid-19 nel corso del tempo.

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Pubblicato il
27 gen 2022
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