Craigslist, no alle indicizzazioni. Anzi sì

Craigslist, no alle indicizzazioni. Anzi sì

Continua la personale battaglia del servizio di inserzioni contro i siti che vogliono utilizzare gli annunci dei suoi utenti
Continua la personale battaglia del servizio di inserzioni contro i siti che vogliono utilizzare gli annunci dei suoi utenti

Craigslist sembra avere le idee poco chiare su come reagire alla minaccia rappresentata dai siti che impacchettano in versioni più user-friendly i dati inseriti dagli utenti sulla sua piattaforma.

Il problema lo ha sollevato la denuncia depositata dal sito di annunci per violazione dei termini di contratto nei confronti di PadMapper e 3taps , due siti che impiegano i dati si Craigslist con interfacce diverse e spesso dotate di più appeal o diverse e utili modalità di consultazione.

D’altra parte, dal momento che i due siti si appoggiano a semplici funzioni di crawling , come altri motori di ricerca, le attuali condizioni d’uso di Craigslist, che pur vietano “qualsiasi copia, aggregazione, distribuzione, rappresentazione o uso derivato dei dati e dei contenuti postati su Craigslist, sia direttamente che tramite intermediari (inclusi ma non limitati a mezzi come spider, crawler, scraper e feed RSS”, non sembrerebbero poter proibire queste operazioni.

Ora Craigslist sembra voler passare alle maniere forti, tanto da arrivare a bloccare anche Google e Bing dall’indicizzare i suoi risultati: per farlo sembra aver fatto ricorso al file robots.txt che blocca solo alcuni dei suoi dati, oppure facendo direttamente richiesta ai motori di ricerca.

Si tratta di una mossa che vuole essere un messaggio destinato, evidentemente, più al crawling dei siti che considera suoi cloni che ai grandi motori di ricerca. Il primo ad accorgersene è stato 3tap e ben presto il blocco è stato ritirato , facendo anche pensare ad una semplice limitazione del traffico per evitare congestioni.

La misura, d’altra parte, ha sollevato non poche critiche da parte degli osservatori che hanno sottolineato come un blocco dell’indicizzazione avrebbe potuto portare forse un minimo vantaggio nel breve periodo, per poi determinare una disaffezione a lungo termine da parte degli utenti per l’impossibilità di rinvenire le informazioni desiderate attraverso i motori di ricerca.

Craigslist, d’altra parte, sembra essere tornata sui suoi passi anche per quanto riguarda le modifiche apportate alla sua licenza d’uso: per risolvere a proprio favore la questione dei diritti legati agli annunci aveva provato a riscrivere la licenza sottoposta ai propri utenti in modo tale da rivendicare l’esclusività delle inserzioni raccolte.

Tale modifica, tuttavia, non era stata immune da critiche, legate soprattutto al fatto che costituiva un pericoloso precedente nell’ottica dei diritti di proprietà intellettuale dei contenuti prodotti dagli utenti: anche per questo è stata già rivista .

Delle modifiche apportate rimane invece la sezione nella quale viene esplicitamente escluso l’accesso alle sue inserzioni da parte di servizi terzi.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il 16 ago 2012
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