Non ha registrato problemi il lancio del satellite europeo Cryosat2, effettuato dal cosmodromo kazako di Baikonur. Il vettore russo che lo conteneva si è staccato dal suolo secondo il programma prestabilito dall’ESA, cinque anni dopo il tentativo fallito di mandare in orbita il suo predecessore, anch’esso destinato in origine a monitorare i ghiacci polari .
Il satellite Cryosat2, del peso di 720 chili e costato 140 milioni di euro, orbiterà a 720 chilometri di altezza e nel corso della sua missione misurerà in primis lo spessore dello strato di ghiaccio che attualmente ricopre i due poli e il cui restringimento negli ultimi tempi ha destato non poche preoccupazioni per quanto riguarda la questione dei cambiamenti climatici. “Speriamo di capire meglio il ruolo del ghiaccio marino nel sistema climatico – ha spiegato Heinrich Miller, uno dei due direttori del progetto CryoSat – e di saperne di più sullo spessore del ghiaccio sul suolo”.
La tecnologia radar di cui si serve Cryosat2 per effettuare le rilevazioni è stata descritta dai tecnici come estremamente affidabile in quanto ammette un margine di errore non superiore a un centimetro: visto lo spessore della calotta antartica, che supera i tre chilometri, uno strumento di tale precisione potrebbe risultare decisivo come sottolineato da Duncan Wingham, docente allo University College di Londra e analista del progetto Cryosat: “Specialmente per quanto riguarda i ghiacci dell’Antartide abbiamo pochissimi mezzi per effettuare previsioni – ha spiegato – se vogliamo saperne di più su quanto sta accadendo dobbiamo continuare a servirci di satelliti come questo”.
Cryosat2 è il terzo dei sette satelliti previsti dal programma ESA denominato Earth Explorer iniziato lo scorso anno, e segue il lancio di GOCE (Gravity Field and Steady-State Ocean Circulation) avvenuto a marzo 2009 e di SMOS (Soil Moisture and Ocean Salinity) in orbita da novembre.
Giorgio Pontico
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togo
Togo !!!avranno sicuramente utilizzato una macchina linux per fare tutti i calcoli !non ho capito quella storia dell'isola !?totoRe: togo
Un grafico a tre dimensioni. Su una i protoni, su una i neutroni e sulla terza un indice di stabilità.Quando si disegna un grafico del genere ovviamente i picchi stanno nella zona dove il numero di protoni e neutroni non è altissimo. Ma stando ai calcoli teorici per dei determinati valori di protoni e neutroni la stabilità risale proprio in quella zona dove era bassissima, quindi sul grafico viene un specie di isolettaguastRe: togo
ma a che cosa possono servire atomi superpesanti stabili?qwertRe: togo
Primo: come il bosone di Higgs servirebbe a confermare le torie che abbiamo sulla materia.Poi si vedrà.guastRe: togo
- Scritto da: qwert> ma a che cosa possono servire atomi superpesanti> stabili?Ho due commenti, uno personale e uno scientifico. Parto dal personale.1) se ti chiedi a cosa serve la ricerca scientifica, allora evidentemente non l'hai mai fatta e soprattutto non hai un minimo di modestia. Tutte le piu' grandi scoperte che usi oggi hanno avuto nel passato qualche personaggio chiedersi "a cosa serve". La ricerca di base da' risultati inaspettati e solo dopo molti anni, ed e' il primo step nella catena ricerca di base -> ricerca applicata -> industria. A cosa serve la batteria, a cosa serve trovare le leggi dei gas, a cosa serve capire le leggi della termodinamica ? A quel tempo, a niente. Oggi, i reattori salterebbero per aria, non potremmo andare in immersione, niente elettricita', niente iPod, niente medicine. La ricerca di base e' non vantaggiosa commercialmente per sua vera natura. Non puoi aspettarti aziende fare ricerca di base, perche' non soddisfa il loro budget. Le nazioni devono fare ricerca di base, perche' il loro budget e' a lungo termine e scoperte di base danno un vantaggio a nuove startup nate in loco, che poi ti ritornano sul PIL.2) il problema dei nuclei e' che non si e' ancora capito perche' alcuni sono stabili e altri no. Non sono un fisico nucleare, ma sono un chimico, e per passione ho studiato, a livello divulgativo, un po' di fisica nucleare, quindi quello che so puo' essere inesatto, ma sufficiente per spiegarti le cose. In chimica, le regole sono relative al numero di elettroni e alla posizione che occupano nello spazio (probabilisticamente), i cosiddetti orbitali. Ci sono "regole di riempimento" che derivano da considerazioni energetiche e vincoli naturali per cui puoi avere certi composti ma non e' possibile o incredibilmente difficile ottenerne altri. Queste regole sono state scoperte a partire dagli anni '30, e fino al '70 si sono succedute scoperte di base che spiegano come funzionano le cose quando metti assieme gli atomi a formare molecole, con una accuratezza sufficiente a fare predizioni affidabili su molecole di piccole e medie dimensioni.Ora, I nuclei sono fatti da due particelle, protoni e neutroni. In verita', questo non e' esatto. La particella e' una sola: il nucleone, il Neutrone e' leggermente piu' msssivo di un protone. Un protone da solo e' apparentemente stabile, un neutrone da solo decade dopo circa 11 minuti, un tempo incredibilmente lungo. Se li metti assieme, per ottenere un nucleo di deuterio, diventano due nucleoni, che sono stabili. Il perche' perdono la loro identita' deriva da come, dal punto di vista nucleare, interagiscono per stare assieme in uno spazio cosi' ristretto, la forza forte, che e' determinata da uno scambio di particelle, i mesoni pi. Questo scambio (e non solo questo, ci sono altre ragioni, ma non le ricordo) di fatto rende le due particelle equivalenti. I nucleoni, come ogni altra particella, ha diversi "numeri quantici" che devono essere obbediti. Quando fai trasformazioni nucleari come avvengono al cern, o in un reattore nucleare, non puoi da una data particella ottenere qualsiasi cosa. Devono essere conservate certe caratteristiche. Come questo motore matematico funziona e' ancora questione aperta, ma e' piu' o meno compreso che per certe combinazioni di particelle, questi numeri non possono assumere combinazioni stabili, e quindi il nucleo e' instabile e decade. Un caso e' il tecnezio, un elemento che pur essendo in mezzo a un mare di altri elementi stabili, non ha un singolo isotopo che sia stabile. il perche' e' dato dal fatto che nessuna possibile combinazione dei suoi protoni e qualsivoglia numero di neutroni produce un nucleo finale che non puo' essere stabile perche' i numeri del meccanismo interno non possono dare una combinazione stabile in ogni caso.Quando i nuclei diventano troppo grandi (dopo il piombo), diventano instabili per varie ragioni: primo perche' succede la questione del tecnezio. Non esistono probabilmente combinazioni dei numeri del macchinario interno che rendano il nucleo stabile. Secondo perche' il nucleo sta insieme grazie alla forza forte, che e' piu' forte della repulsione elettrostatica (hai un aggeggio tutto carico positivamente, e quindi tende a respingersi internamente) ma ha anche un raggio ridotto. Questo deriva dal fatto che una forza deriva dallo scambio di una particella (il mesone pi, come gia' detto per la forza forte, il fotone nel caso dell'interazione elettrstatica, il gravitone nel caso dell'interazione gravitazionale), e il mesone pi ha una massa. La sua generazione viola il principio di indeterminazione per l'energia, che dice che puoi creare energia (e quindi materia) dal nulla se e solo se questo evento ha durata sufficientemente breve. Piu' e' alta l'energia che produci, minore e' il tempo per cui la puoi produrre dal nulla. Per il breve tempo in cui il mesone pi puo' esistere e sperare di ancorare un'altra particella, puo' volare solo per un tempo molto breve, e quindi per un range molto corto, da cui la forza forte tendenzialmente insufficiente a tenere assieme una palla troppo grossa di particelle cariche che tendono a respingersi, da cui il decadimento radioattivo di tipo alfa.Ora il punto pero' e'" se esistono delle regole che possono dare origine a nuclei grossi ma comunque stabili, avrebbe implicazioni sul peso di questi effetti (i numeri del meccanismo interno contro la stabilita' data dalla forza forte). Raggiungere l'isola di stabilita' darebbe un peso a questi fattori, e confermerebbe alcune regole della nostra corrente conoscenza a livello del nucleo.Se proprio vuoi un'applicazione pratica, un elemento del genere, prodotto in quantita' sufficienti, sarebbe uno dei migliori schermi di radioprotezione mai esistiti.Ripeto, prendi cio' che ti ho scritto con le molle. non sono un esperto di fisica nucleare. Ho solo letto cose in giro. Se un fisico puo' aggiungere, e' il benvenuto.RicercatoreRe: togo
Siccome in genere le scoperte sono usate innanzitutto per scopi militari, ho gia' un' utilizzo da proporre: corazze per carri armati. Gia' si usa l'uranio impoverito come proiettile, quello che serve per proteggersi e' una corazza fatta da un materiale ancora piu' pesante.ad esempiosinterizzazione ?
Per quanto la mia memoria si stia affievolendo mi sembra un termine usato un po' a sproposito.Fabbricare un oggetto per sinterizzazione significa realizzare la forma con delle polveri (soprattutto metalliche) e poi fondere parzialmente le polveri per far attaccare i granelli tra di loro ma senza modificarne tanto le proprietàguastRe: sinterizzazione ?
infatti credo volesse dire sintetizzazione, sintetizzare, cioè nel linguaggio chimico creare un composto da una reazione chimicaalex alexRe: sinterizzazione ?
è in corsivo non a caso ;)Luca AnnunziataQuesta cosa non si può vedere
Ragazzi miei correggete questa cosa, chi di dovere si sta rigirando nella tomba.E=mc al quadrato.Non è possibile neanche leggerla.Ciao.Mauro FavaRe: Questa cosa non si può vedere
- Scritto da: Mauro Fava> Ragazzi miei correggete questa cosa, chi di> dovere si sta rigirando nella> tomba.> E=mc al quadrato.> Non è possibile neanche leggerla.> Ciao.forse non avevano il simobolo per indicare il due come esponente....mmmmmmmmmmmRe: Questa cosa non si può vedere
E=mc^2BimboGRe: Questa cosa non si può vedere
²e=mc²voglio i credit :DMr. OlotomRe: Questa cosa non si può vedere
- Scritto da: Mr. Olotom> ²> e=mc²> > voglio i credit :Dcredit di che cosa? e minuscolo significa elettrone.Energia si indica con la E maiuscola.vediamo se mi prende gli unicode...𝔼=𝗆𝖼²panda rossaRe: Questa cosa non si può vedere
Ficata.... Uso dei codici ASCII(s)Futon V2.0Re: Questa cosa non si può vedere
E=MC^2 (Semplice e Pure Giusto)Futon V2.0please... no more ... :(
Per fare il giornalista scientifico bisogna essere una persona con una preparazione scientifica (un Ph.D. e qualche anno di esperienza in ricerca non farebbe male) e in aggiunta un giornalista. Fare ricerca ti qualifica in un certo modo per fare il giornalista, dato che passi il tempo a scrivere articoli scientifici. Chiaramente, il livello divulgativo e' differente, ma si puo' imparare, e ci sono dei master apposta di giornalismo scientifico a Roma (anche se non sono a conoscenza della effettiva qualita').Detto cio', se uno non conosce i termini e le procedure scientifiche conseguenti a un dato evento di ricerca, possiamo per cortesia evitare di scrivere cose a sproposito, usando termini a sproposito ?A cio' aggiungo che, dato che non si muove filo d'erba che non tiri vento, intravedo un problema di management e scelta del "best man for the job".La scienza ringrazia!RicercatoreRe: please... no more ... :(
Mi pare pretestuoso il tuo commento... (anonimo)UbuntoRe: please... no more ... :(
> Detto cio', se uno non conosce i termini e le> procedure scientifiche conseguenti a un dato> evento di ricerca, possiamo per cortesia evitare> di scrivere cose a sproposito, usando termini a> sproposito ?che i tipi di PI abbiano dato e diano prova di "peracottarismo", scusa eh, ma non ci volevi tu per venire a discelo, e' un fatto noto da anni.Nello specifico, mi puoi segnalare ove alligna l'errore?Per il discorso "serve un Ph.D." per scrivere articoli, ti correggo: SERVIVA un Ph.D. adesso i passi da eseguire sono:A. raccattare un' articolo dal wikipedia ingleseB. macinarlo nel traduttore google inglese-italianoC. dargli una ritoccataD. Servire caldo.mmmmmmmmmRe: please... no more ... :(
- Scritto da: Ricercatore> Per fare il giornalista scientifico bisogna> essere una persona con una preparazione> scientifica (un Ph.D. e qualche anno di> esperienza in ricerca non farebbe male) ..il Ph.D. in Italia non esiste tuttalpiù possiamo parlare di dottorato di ricerca.PietroRe: please... no more ... :(
Quindi, questo vorrebbe dire buttare nel XXXXX:FOCUSQUARKe Soci.....Da qualche anno pure Le Scienze è un XXXXX....La scenza va diffusa, se poi si vuole anche i fronzolie meglio chiudere le università in italia ed andare tuttiin miniera.Meglio qualcosa fatto male o meglio niente ?Meglio qualcosa....!Futon V2.0Re: please... no more ... :(
- Scritto da: Ricercatore> Per fare il giornalista scientifico bisogna> essere una persona con una preparazione> scientifica (un Ph.D. e qualche anno di> esperienza in ricerca non farebbe male) e in> aggiunta un giornalista. Fare ricerca ti> qualifica in un certo modo per fare il> giornalista, dato che passi il tempo a scrivere> articoli scientifici. Chiaramente, il livello> divulgativo e' differente, ma si puo' imparare, e> ci sono dei master apposta di giornalismo> scientifico a Roma (anche se non sono a> conoscenza della effettiva> qualita').> > Detto cio', se uno non conosce i termini e le> procedure scientifiche conseguenti a un dato> evento di ricerca, possiamo per cortesia evitare> di scrivere cose a sproposito, usando termini a> sproposito> ?> > A cio' aggiungo che, dato che non si muove filo> d'erba che non tiri vento, intravedo un problema> di management e scelta del "best man for the> job".> > La scienza ringrazia!Dal momento che non porti nemmeno un esempio di cosa ci sia che non va nella'articolo, pue dandoti ragione, in generale, sulla scarsa preparazione scientifica degli articolisti di P.I., in questo caso bollo il tuo commento come: SPROLOQUIO.Non sono d'accordo che per scrivere articoli scientifici informativi/divulgativi serva per forza un'esperienza come ricercatore scientifico. Certo una preparazione di base solida, e documentarsi scrupolosamente prima di ogni pezzo. Poi... scienza vuol dire tante cose: posso avere un dottorato e anni di esperienza "sul campo" come genetista, e non saper una mazza di fisica delle alte energie, di scienze dei materiali, di fisica dell'atmosfera... ma addirittura essere un dio in astrofica e avere grosse lacune in fisica dello stato solido... con l'iperspecializzazione dei nostri giorni.il tuo discorso fa un po' acqua, mi spiace.MassimoRe: please... no more ... :(
- Scritto da: Massimo> Dal momento che non porti nemmeno un esempio di> cosa ci sia che non va nella'articolo, pue> dandoti ragione, in generale, sulla scarsa> preparazione scientifica degli articolisti di> P.I., in questo caso bollo il tuo commento come:> SPROLOQUIO.In parte penso tu abbia ragione, e mi scuso.> Non sono d'accordo che per scrivere articoli> scientifici informativi/divulgativi serva per> forza un'esperienza come ricercatore scientifico.Il punto, a mio vedere, e' doppio: il primo fattore e' la terminologia: capire cosa si intende, e quali sono le problematico relative a "scoprire" qualcosa. Presumo, senza dati alla mano ma con consapevolezza del mondo che mi circonda, che le nozioni di statistica necessarie a capire quanto ragionevole e' un certo punto non sono parte del bagaglio culturale ne' del cittadino medio, ne' del giornalista medio non specializzato. Per esempio, dire che qualcosa e' significativo non implica che abbia un'incidenza sulla vita quotidiana: supponi che "esista un significativo contributo dei cellulari al tumore al cervello". Questo fatto non implica che questo incremento sia rilevante all'atto pratico: potrebbe essere che incrementi il rischio dello 0.001 %. Il concetto di "significativo" in termine statistico e' molto diverso dal concetto di "significativo" che la gente comune attribuisce al termine. Questo problema percola a livello giornalistico, e il risultato e' che titoloni e scandali appaiono. Stesso problema con il concetto di "teoria". Il termine teoria in una teoria scientifica non la rende inutile. Nel linguaggio comune si usa "in teoria" per parlare di qualcosa di ipotetico o lontano dalla realta' dei fatti, ma nel linguaggio scientifico significa ben altro. Oggi andiamo in orbita con la teoria del campo gravitazionale, ci curiamo con la teoria dei germi, studiamo i colori e le proprieta' elettriche delle sostanze con la teoria dei gruppi, del campo cristallino e del funzionale densita'. Queste cose sono modelli su fatti sperimentali la cui affidabilita' e' indiscussa, ma sono chiamati con un termine che per la gente normale e' ipotetico e lontano dalla realta'.Il secondo problema e' dovuto al fatto che un giornalista e' un protagonista mediatico che gode di maggior visibilita'. Punto informatico ha maggior visibilita' rispetto al blog di Carlo Rubbia (ammesso che ne abbia uno). Se anche Rubbia avesse un blog divulgativo, la gente comune non andrebbe a procacciarsi le notizie dal suo blog, perche' il compito del giornalista e' comunicativo. Sono il marketing dell'informazione, e non c'e' niente di male in questo. La loro arma e' la parola. Come un chimico analitico usa determinate quantita' e tipi di sostanze per ottenere un buon risultato analitico, un giornalista professionale deve usare le parole per ottenere un buon risultato mediatico, fornendo elementi importanti e non palesemente errati, magari imprecisi a causa di una semplificazione, ma l'utilizzo errato e' a mio parere poco accettabile.Nello specifico, quando leggo errori plateali quali il DNA e' fatto di aminoacidi (qualcosa che fa parte di una preparazione basilare alle scuole superiori), o usando il termine sinterizzazione che ha tutt'altro significato, la cosa mi lascia alquanto perplesso. Chiaramente, uno non puo' conoscere a priori tutti i termini tecnici di tutte le discipline, ne' puo' sapere cosa c'e' dietro ad ogni procedura scientifica. Tuttavia, nel momento in cui un giornalista si trovasse a dover scrivere un articolo un minimo di ricerca sui termini usati andrebbe fatta, specie e soprattutto quando il suo lavoro e' manipolare parole, frasi, e fornire informazione. Questo, lo ripeto, non col fine di scrivere cose scientificamente e formalmente corrette, semplicemente quello di non scrivere cose completamente errate. Semplificazioni accettate. Errori plateali no.RicercatoreRe: please... no more ... :(
- Scritto da: Ricercatore> - Scritto da: Massimo> > Dal momento che non porti nemmeno un esempio di> > cosa ci sia che non va nella'articolo, pue> > dandoti ragione, in generale, sulla scarsa> > preparazione scientifica degli articolisti di> > P.I., in questo caso bollo il tuo commento come:> > SPROLOQUIO.> > In parte penso tu abbia ragione, e mi scuso.> > > Non sono d'accordo che per scrivere articoli> > scientifici informativi/divulgativi serva per> > forza un'esperienza come ricercatore> scientifico.> > Il punto, a mio vedere, e' doppio: > > il primo fattore e' la terminologia: capire cosa> si intende, e quali sono le problematico relative> a "scoprire" qualcosa. Presumo, senza dati alla> mano ma con consapevolezza del mondo che mi> circonda, che le nozioni di statistica necessarie> a capire quanto ragionevole e' un certo punto non> sono parte del bagaglio culturale ne' del> cittadino medio, ne' del giornalista medio non> specializzato. Per esempio, dire che qualcosa e'> significativo non implica che abbia un'incidenza> sulla vita quotidiana: supponi che "esista un> significativo contributo dei cellulari al tumore> al cervello". Questo fatto non implica che questo> incremento sia rilevante all'atto pratico:> potrebbe essere che incrementi il rischio dello> 0.001 %. Il concetto di "significativo" in> termine statistico e' molto diverso dal concetto> di "significativo" che la gente comune> attribuisce al termine. Questo problema percola a> livello giornalistico, e il risultato e' che> titoloni e scandali appaiono. Stesso problema con> il concetto di "teoria". Il termine teoria in una> teoria scientifica non la rende inutile. Nel> linguaggio comune si usa "in teoria" per parlare> di qualcosa di ipotetico o lontano dalla realta'> dei fatti, ma nel linguaggio scientifico> significa ben altro. Oggi andiamo in orbita con> la teoria del campo gravitazionale, ci curiamo> con la teoria dei germi, studiamo i colori e le> proprieta' elettriche delle sostanze con la> teoria dei gruppi, del campo cristallino e del> funzionale densita'. Queste cose sono modelli su> fatti sperimentali la cui affidabilita' e'> indiscussa, ma sono chiamati con un termine che> per la gente normale e' ipotetico e lontano dalla> realta'.> > Il secondo problema e' dovuto al fatto che un> giornalista e' un protagonista mediatico che gode> di maggior visibilita'. Punto informatico ha> maggior visibilita' rispetto al blog di Carlo> Rubbia (ammesso che ne abbia uno). Se anche> Rubbia avesse un blog divulgativo, la gente> comune non andrebbe a procacciarsi le notizie dal> suo blog, perche' il compito del giornalista e'> comunicativo. Sono il marketing> dell'informazione, e non c'e' niente di male in> questo. La loro arma e' la parola. Come un> chimico analitico usa determinate quantita' e> tipi di sostanze per ottenere un buon risultato> analitico, un giornalista professionale deve> usare le parole per ottenere un buon risultato> mediatico, fornendo elementi importanti e non> palesemente errati, magari imprecisi a causa di> una semplificazione, ma l'utilizzo errato e' a> mio parere poco> accettabile.> > Nello specifico, quando leggo errori plateali> quali il DNA e' fatto di aminoacidi (qualcosa che> fa parte di una preparazione basilare alle scuole> superiori), o usando il termine sinterizzazione> che ha tutt'altro significato, la cosa mi lascia> alquanto perplesso. Chiaramente, uno non puo'> conoscere a priori tutti i termini tecnici di> tutte le discipline, ne' puo' sapere cosa c'e'> dietro ad ogni procedura scientifica. Tuttavia,> nel momento in cui un giornalista si trovasse a> dover scrivere un articolo un minimo di ricerca> sui termini usati andrebbe fatta, specie e> soprattutto quando il suo lavoro e' manipolare> parole, frasi, e fornire informazione. Questo, lo> ripeto, non col fine di scrivere cose> scientificamente e formalmente corrette,> semplicemente quello di non scrivere cose> completamente errate. Semplificazioni accettate.> Errori plateali> no.Il problema che poni è importante, e non vale solo per l'informazione scientifica. Esempio: Quando si parla di "Lodo Alfano", cosa si intende? Solo chi ha una preparazione giuridica (o chi come me non ce l'ha ma è curioso del significato delle parole) sa che la parola "lodo", usata per mesi per dare un nome alla proposta di legge di un ministro, è stata usata a sproposito, non c'entra nulla. E ti chiedi perché... e capisci che c'è qualcosa che non torna: perché usare una parola "strana", il cui significato ai più non è noto, e per di più usarla in modo sbagliato... e qui mi fermo, ma è inquietante.Questo per dire che con l'uso e l'abuso delle parole nell'informazione davvero si può indirizzare in un senso o nell'altro il modo di pensare e prima ancora proprio l'attenzione delle persone, che può essere attirata o respinta... e il giornalista ha delle importanti responsabilità.Ma c'è anche un'altra questione. Giustamente dici, la parola "teoria", ha un senso diverso in fisica e nella vita quotidiana. Ma , perdonami, non c'è un'ambiguità anche nel linguaggio scientifico? Davvero sono tutti d'accordo su cos'è una teoria? Sono tutti d'accordo sulla differenza tra teoria e ipotesi? I confini sono marcati una volta per tutte? Nel modello standard, che è una teoria (così la si definisce), si accetta l'esistenza di una particella ipotetica come il Bosone di Higgs. Teoria, ipotesi, modello, esperimento, risultati... se la scienza smette di interrogarsi sul significato di queste parole, se le dà per scontate, diventa pura meccanicità e non cresce, non si prepara a nuove rivoluzioni scientifiche.Quindi io mi sento di scusare anche le ambiguità di un giornalista scientifico, in questo caso meno gravi rispetto a certo malo uso delle parole, come ho detto sopra. Certo, vanno evitati gli errori marchiani.MassimoU.F.O.
Se la memoria non mi inganna, l'elemento 117 era proprio quello indicato da uno scienziato, che diceva di aver lavorato nell'area 51, come l'elemento usato dagli extra terrestri per costruire i propulsori antigravitazionali dei dischi volanti.Cavolo, stai a vedere che aveva ragione.........P.S. Il nome dello scienziato lo conosco ma non so se posso menzionarlo.SperanzosoRe: U.F.O.
- Scritto da: Speranzoso> Se la memoria non mi inganna, l'elemento 117 era> proprio quello indicato da uno scienziato, che> diceva di aver lavorato nell'area 51, come> l'elemento usato dagli extra terrestri per> costruire i propulsori antigravitazionali dei> dischi> volanti.> Cavolo, stai a vedere che aveva ragione.........> P.S. Il nome dello scienziato lo conosco ma non> so se posso menzionarlo.Se la memoria non mi inganna, avevo letto, non mi ricordo dove che, non so quando, un tizio aveva detto una cosa....mmmmmmmmmRe: U.F.O.
- Scritto da: mmmmmmmmm> - Scritto da: Speranzoso> > Se la memoria non mi inganna, l'elemento 117 era> > proprio quello indicato da uno scienziato, che> > diceva di aver lavorato nell'area 51, come> > l'elemento usato dagli extra terrestri per> > costruire i propulsori antigravitazionali dei> > dischi> > volanti.> > Cavolo, stai a vedere che aveva ragione.........> > P.S. Il nome dello scienziato lo conosco ma non> > so se posso menzionarlo.> > Se la memoria non mi inganna, avevo letto, non mi> ricordo dove che, non so quando, un tizio aveva> detto una> cosa....Ok, allora prova a leggere HERA Magazine e DNA Magazine, su queste due riviste trovi il nome che non ho fatto. Anche su YouTube se cerchi "ufo area 51" trovi delle cose interessanti.SperanzosoRe: U.F.O.
No, è il carburante della macchina del tempo di J. Titor.MaestroXRe: U.F.O.
- Scritto da: Speranzoso> Se la memoria non mi inganna, l'elemento 117 era> proprio quello indicato da uno scienziato, che> diceva di aver lavorato nell'area 51, come> l'elemento usato dagli extra terrestri per> costruire i propulsori antigravitazionali dei> dischi> volanti.> Cavolo, stai a vedere che aveva ragione.........> P.S. Il nome dello scienziato lo conosco ma non> so se posso> menzionarlo.Massi dai dillo jameshon william peracot detto "er peracottaro"!ullalaRe: U.F.O.
- Scritto da: Speranzoso> Se la memoria non mi inganna, l'elemento 117 era> proprio quello indicato da uno scienziato, che> diceva di aver lavorato nell'area 51, come> l'elemento usato dagli extra terrestri per> costruire i propulsori antigravitazionali dei> dischi> volanti.l'elerium 117, era in "UFO enemy unknow" :)UndertakerRe: U.F.O.
- Scritto da: Undertaker> - Scritto da: Speranzoso> > Se la memoria non mi inganna, l'elemento 117 era> > proprio quello indicato da uno scienziato, che> > diceva di aver lavorato nell'area 51, come> > l'elemento usato dagli extra terrestri per> > costruire i propulsori antigravitazionali dei>> dischi> > volanti.> l'elerium 117, era in "UFO enemy unknow" :)Era elerium 115! Mitico gioco :DXCOMRe: U.F.O.
Maledetto non se ne trovava mai abbastanza!!!AbbioRe: U.F.O.
il tuo scienziato deve aver lavorato molto velocemente, perché la vita stimata dell'ununseptium è di 112ms per l'isotopo 294 o di 25ms per l'isotopo 293.Anche il convoglio che ha trasportato il materiale doveva viaggiare veloce, probabilmente avevano assunto Nuvolari per guidarlo, altrimenti il materiale si sarebbe esaurito prima di arrivare al laboratorio.Si e' parlato di "isola di stabilita'" perche' dai calcoli teorici, ci si aspettavano valori di 45ms / 10ms.brightRe: U.F.O.
...nemmeno l'Isola dei Famosi è Stabile !Futon V2.0Re: U.F.O.
Non hai capito: lo "scenziato"che DICE di aver lavorato all'Area 51 ha infilato l'elemento 117 n ella sua storiella proprio perchè ancora non esisteva ed era misterioso...Uto UtyRe: U.F.O.
perchè non si può dire il nome?! allora dico io: Bob Lazar, ma lui parlava dell'elemento 115, secondo le sue teorie (ovviamente non dimostrate) l'elemento 115 avrebbe un'isola di stabilità ad una particolare temperatura, e questo sarebbe la chiave della tecnologia dell'anti-gravitàwwwRe: U.F.O.
> secondo le sue teorie (ovviamente non dimostrate)> l'elemento 115 avrebbe un'isola di stabilità ad> una particolare temperatura,Immagino sia 273,17 sotto zeroguastDOMANDA
Perchè dici sinteRizzare? intendi che il prodotto emerge partendo da una miscela di polveri fortemente compresse e riscaldate al punto di fusione?ALFONSO ZANDIDOMANDA
Perchè dici sinteRizzare? intendi che il prodotto emerge partendo da una miscela di polveri fortemente compresse e riscaldate al punto di fusione?ALFONSO ZANDIGrazie, il tuo commento è in fase di approvazioneGrazie, il tuo commento è stato pubblicatoCommento non inviatoGrazie per esserti iscritto alla nostra newsletterOops, la registrazione alla newsletter non è andata a buon fine. Riprova.Leggi gli altri commentiGiorgio Pontico 09 04 2010
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