La pandemia ha creato una situazione di emergenza e l’emergenza ha stimolato risposte improvvisate ai problemi improvvisamente piovuti sulle comunità. La risposta della Sanità è stata una abbozzata riorganizzazione, tanto meritevole nei tempi e nella buona volontà, quanto approssimativa nella forma e nella capacità di trovare risposte efficaci. Improvvisamente, infatti, il distanziamento è intervenuto a scardinare le abitudini stratificatesi nei decenni, imponendo una assistenza da remoto che ha creato problemi estremamente sfidanti per chi si è trovato a combattere sul campo il problema Covid-19. Ora che si inizia a guardare oltre, però, ci si rende conto del fatto che il “bricolage” di questi mesi non possa essere più sostenibile, che occorra evolvere il blando concetto di “assistenza da remoto” in vera e propria Telemedicina.
Verso una vera Telemedicina
In questo nome è necessario intravedere un’elaborazione più strutturata, solida, protocollare, fatta di strumenti di lavoro standardizzati e modalità sperimentate che possano davvero rendere performanti le nuove modalità del rapporto medico-cliente. Così Antonio Delli Gatti, Healthcare Division Director di Engineering (gruppo con all’attivo un’ampia esperienza di collaborazione con la gestione annuale di 55 milioni di prestazioni sanitarie, 1,8 milioni di richieste di emergenze, 57 milioni di esami di laboratorio):
Oggi è quanto mai necessario che gli stimoli che hanno portato a sentire il bisogno della Telemedicina si rafforzino per segnare un percorso che le consenta di non essere più considerata come “novità” bensì come “routine”. Occorrono pertanto interventi di natura organizzativa e normativa che – insieme ad una digitalizzazione dei processi di assistenza e cura a distanza mediante soluzioni software e servizi adeguati – consentano alla Telemedicina di acquisire maggiore dignità, robustezza e spazio di azione.
Con ogni probabilità guarderemo in retrospettiva alla pandemia come ad una violenta sperimentazione, una risposta necessaria ad un problema improvviso. Ma al tempo stesso questa sperimentazione è stata oltremodo utile per accelerare il percorso di trasformazione che il settore aveva nel mirino ormai da tempo, non trovando mai il coraggio, lo spunto o l’occasione per fare il grande passo. Nel proprio instant paper “Telemedicina – Ridisegniamo lo spazio e la relazione negli ecosistemi sanitari” (pdf) vengono messe in luce proprio le singole dinamiche che, nei vari passaggi dell’assistenza sanitaria, debbono ora rendersi strutturali per consentire una vera evoluzione del servizio sanitario user-oriented.
La Telemedicina richiede la realizzazione di una soluzione multidimensionale (tecnologica, di processo, organizzativa, usabile): il Service Design ha messo a disposizione dei progettisti di Engineering una serie di strumenti utili all’analisi delle necessità di tutti gli attori coinvolti, ha consentito di mettere a fuoco tutte le variabili necessarie e quindi di gestire la complessità del progetto.
Telemonitoraggio, televisita, teleconsulto, teleconsulenza, teleassistenza, fino alla telerefertazione: app e connettività porteranno l’assistenza sanitaria dentro (e oltre) la “New normality” soltanto se l’approccio delle aziende sanitarie e della PA sarà rivolto ad un lavoro veramente di prospettiva e non soltanto in lineare prosecuzione con l’approccio emergenziale fin qui (meritevolmente) adottato. Oltre la pandemia le esigenze saranno diverse, diverso il contesto e diverso dovrà essere l’orizzonte. La Telemedicina dovrà essere la “nuova normalità” e potrà esserlo solo nella misura in cui tutti (medici, ASL, pazienti) avranno accesso a servizi organizzati, elevati a sistema.
Nei servizi di Telemedicina che lo prevedano, l’architettura delle applicazioni consente di dialogare con qualunque medical devices dotato delle opportune funzionalità di comunicazione e caratteristiche tecnologiche (es. standard di settore, sicurezza, etc.). In altre parole, le nostre soluzioni sono “laiche” e quindi non vincolanti rispetto ai diversi dispositivi presenti sul mercato.
Un percorso parallelo a quello della trasformazione digitale della PA, per molti versi, poiché medesimo è il corollario di innovazioni da introdurre. L’evoluzione culturale e quella tecnologica dovranno andare a braccetto su ambo i fronti, percorrendo assieme la strada che dalla vecchia sanità porta ad un futuro fatto di E-Health, dispositivi smart, teleassistenza ed un nuovo modo di approcciare e risolvere i problemi correlati alla salute.