DDL salvaprovider più vicino?

DDL salvaprovider più vicino?

Vincenzo Vita lo difende a spada tratta e per il provvedimento che per un anno equipara Internet Service Provider agli operatori telefonici la trasformazione in legge dello Stato non appare lontana
Vincenzo Vita lo difende a spada tratta e per il provvedimento che per un anno equipara Internet Service Provider agli operatori telefonici la trasformazione in legge dello Stato non appare lontana

Roma – Dovrebbe diventare legge molto presto il disegno di legge “salvaprovider”, una normativa che va incontro alle richieste dell’Associazione dei piccoli operatori, l’ Assoprovider, messi in crisi dal rapido avvento delle grandi società telefoniche nel settore dei servizi di accesso ad Internet.

Il provvedimento sarà presto in aula alla Camera che potrebbe decidere la sua trasformazione in legge entro breve tempo. In questo senso è intervenuto anche il sottosegretario alle comunicazioni Vincenzo Vita secondo cui “il ddl è molto importante perché i service provider sono stati un po ‘ i pionieri della Rete, anche se oggi in Italia ci sono dieci milioni di navigatori. Si tratta di un ddl composto da un solo articolo e quindi può passare rapidamente”.

Il testo prevede l’equiparazione dei piccoli service provider alle grandi società telefoniche per quanto riguarda i diritti di interconnessione relativamente al traffico sviluppato dalle proprie reti. Secondo il disegno di legge, i piccoli provider potrebbero vedersi assegnare fondi consistenti in relazione al numero di minuti di traffico telefonico realizzato dai propri utenti dall’inizio del 2000 e fino alla fine dell’anno. Entro dicembre, infatti, dalla UE dovrebbero arrivare indicazioni decisive per la creazione di modelli tariffari basati su un calcolo differenziato del traffico dati rispetto a quello vocale.

I provider hanno più volte ribadito che questo provvedimento consentirebbe loro di aggiornare il proprio business e dunque rimanere sul mercato in forma diversa. Fino ad oggi sono molti i piccoli provider, da lungo tempo attivi, che hanno dovuto chiudere i battenti con l’arrivo prima delle freenet e poi delle flat-rate dei grandi operatori.

Secondo Vita, l’innovazione “richiede riforme specifiche. In questo senso equiparare per un anno gli ISP con le società di TLC vuol dire dare loro le stesse possibilità, per esempio sull’interconnessione, sulle tariffe, quindi renderli più forti”.

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Pubblicato il
13 nov 2000
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