De Benedetti e l'invidia del search

De Benedetti e l'invidia del search

Nuovo affondo contro la Grande G. Le sue sarebbero attività da vero parassita. Non esenti da colpe gli operatori di TLC. Mentre i contenuti distribuiti via tablet e smartphone domineranno quelli televisivi
Nuovo affondo contro la Grande G. Le sue sarebbero attività da vero parassita. Non esenti da colpe gli operatori di TLC. Mentre i contenuti distribuiti via tablet e smartphone domineranno quelli televisivi

Proprio mentre nel Palazzo si medita sulle vie per salvare l’editoria tradizionale con il DDL Butti , un nuovo attacco al motore di ricerca più utilizzato del web, da alcuni già descritto come un vero e proprio vampiro succhianotizie . Le attività di Google non sarebbero poi così distanti da quelle di un parassita, almeno secondo il parere del presidente del Gruppo L’Espresso Carlo De Benedetti.

Intervenuto nel corso di un recente convegno organizzato dall’operatore Between, De Benedetti ha ammesso di provare grande ammirazione – addirittura invidia – per chi possiede attualmente Google. Ma il search engine di Mountain View non potrebbe più continuare a trarre colossali profitti dai contenuti altrui , in particolare di quelli detenuti dal Gruppo L’Espresso .

“Google non può vivere da parassita – ha spiegato De Benedetti – Il motore di ricerca raccoglie 400 milioni di dollari in pubblicità senza fornire alcun prodotto, veicolando invece i nostri contenuti”. Una situazione che non può essere tollerata dal gruppo editoriale del Belpaese.

E De Benedetti non ha certo risparmiato i vari operatori delle telecomunicazioni. “Fanno soldi principalmente sui dati – ha spiegato il presidente – Noi, in sostanza, gli diamo il traffico e loro neanche dicono grazie. E dovrebbe essere un grazie sentito”. Bisognerebbe invece tradurre questo rapporto in una forma di business.

“Apple lo ha già fatto con iTunes, e noi siamo disponibili a discutere su un modello di sharing – ha continuato De Benedetti – Il concetto deve essere questo: non si può prendere e utilizzare una cosa e non pagarla”. Ma i contenuti rimarranno in forma gratuita per gli utenti, che potrebbero invece ritrovarsi a dover pagare per i commenti .

Parole sono poi state spese relativamente ai futuri sviluppi della banda larga in Italia. Al paese servirebbero investimenti colossali, “perché le autostrade dell’informazione sono più importanti di quelle fisiche”. Ma le frequenze sono un bene limitato, per cui qualcuno dovrebbe mettere a disposizione della collettività questo stesso bene .

Di una cosa De Benedetti è parso più che sicuro: i contenuti veicolati attraverso tablet e smartphone saranno più cruciali di quelli televisivi . Una profezia essenziale per i futuri sviluppi delle infrastrutture digitali ergo per la futura crescita della società.

Il presidente ha poi sottolineato come circa 16mila persone abbiano finora scaricato l’applicazione per iPad del magazine L’Espresso . “È vero che era gratis – ha spiegato De Benedetti – ma anche quando sarà a pagamento, cioè tra poco, il numero sarà significativo”.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il 8 ott 2010
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