Di pornografia, popcorn e DRM

Di pornografia, popcorn e DRM

Un'azienda specializzata in contenuti per adulti libererà le sue opere dai lucchetti digitali. Che non sarebbero utili alla causa del copyright. Mentre c'è chi parla del P2P come una piaga: danneggia anche chi vende mais scoppiettante
Un'azienda specializzata in contenuti per adulti libererà le sue opere dai lucchetti digitali. Che non sarebbero utili alla causa del copyright. Mentre c'è chi parla del P2P come una piaga: danneggia anche chi vende mais scoppiettante

Le sue applicazioni erano state inizialmente ottimizzate per il download sul nuovo tablet made in Cupertino , iPad. Ma contenuti come quelli offerti da Ibiza Sex Party e Nylon Nymphomania non si erano affatto rivelati in linea con gli obiettivi anti-pornografia dell’azienda guidata da Steve Jobs.

A Private Media Group (PMG) – una delle maggiori aziende statunitensi specializzate in contenuti per adulti – non era così rimasta altra scelta: offrirli gratuitamente senza alcuna protezione DRM . Almeno stando ad un recente articolo apparso tra le pagine online di NewTeeVee , che ha riportato alcune dichiarazioni del CEO di PMG Ilan Bunimovitz.

“La pirateria mette a disposizione contenuti gratuitamente al di là del fatto che ci siamo noi a proteggerli o meno – ha spiegato Bunimovitz – Non si combatte la pirateria limitando la vendita dei contenuti, bensì combattendo i pirati stessi”. Cosa che PMG ha tutta l’intenzione di fare, avviando una serie di cause legali contro alcuni siti che hanno ripreso illecitamente i suoi contenuti per adulti.

Pirateria. Ovvero un fenomeno che taglierà le gambe a musicisti, compositori, autori di canzoni, addirittura venditori di popcorn . Almeno stando ad un recente articolo a firma della cantante canadese Loreena McKennitt, apparso tra le pagine di Winnipeg Free Press .

Una posizione contestata da esperti di diritto come Michael Geist, che in un post sul suo blog ufficiale ha sottolineato come l’inclusione dei venditori di popcorn tra le vittime designate del P2P sia assolutamente sbagliata. Dal momento che questi sono legati al consumo di eventi dal vivo come i concerti, semmai tormentati da problemi come il costo troppo elevato dei biglietti o l’attuale congiuntura economica.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
9 lug 2010
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