Riparabilità significa responsabilità. Riparabilità è attribuzione del giusto valore. Riparabilità è consapevolezza. Ed è sulla scia di questa maturata cultura della riparabilità che il Parlamento Europeo si è espresso richiedendo una maggior attenzione nella progettazione dei dispositivi elettronici, affinché la riparabilità diventi un elemento standard che non vincoli né le scelte degli utenti, né le capacità del sistema di recuperare elementi preziosi per un loro riutilizzo.
Riparabilità come principio
La richiesta del Parlamento è una sorta di grande ritorno al futuro, a quella cultura che riteneva preziosa l’arte del riparare poiché in grado di riconoscere l’alto valore della scarsità delle risorse. Per questo i deputati “chiedono che i prodotti siano progettati per durare più a lungo, per essere riparati in modo sicuro e che i loro componenti siano facilmente rimovibili“. Tra le richieste, inoltre, figurano elementi ulteriori quali:
- incentivi ai consumatori per riparare un prodotto piuttosto che sostituirlo, come l’estensione delle garanzie o la fornitura di un dispositivo sostitutivo per la durata della riparazione;
- regole armonizzate sulle informazioni ai consumatori, compresi “punteggi di riparazione”, durata di vita stimata, pezzi di ricambio, servizi di riparazione e disponibilità di aggiornamenti software;
- strumenti di etichettatura intelligente come i codici QR;
- un meccanismo di responsabilità congiunta tra produttore e venditore in caso di non conformità dei prodotti;
- requisiti di durabilità e riparazione inclusi in una futura direttiva sulla progettazione ecocompatibile.
509 voti favorevoli, 3 contrari, 13 astensioni: a larga maggioranza, quindi, passa il principio per cui la riparabilità sia un valore da esprimere con massimo riguardo, innestandolo in modo dogmatico all’interno del ciclo di vita dei prodotti ed evitando che i brand possano giocare su questo aspetto per un ricambio più rapido dei terminali in uso.
Una volta approvato ed effettivamente adottato, questo principio potrebbe portare a profondi cambiamenti tanto nel design dei prodotti, quanto nel loro modello di business. Lo stesso testo portato avanti prevede tali conseguenze, innestandole direttamente nella progettazione del ciclo di vita del prodotto stesso:
Per quanto riguarda i dispositivi digitali, gli aggiornamenti delle applicazioni dovrebbero essere reversibili e non comportare una diminuzione delle prestazioni, ad esempio negli smartphone. Inoltre, gli aggiornamenti dovrebbero essere resi disponibili per un periodo di tempo minimo e i consumatori dovrebbero essere pienamente informati, al momento dell’acquisto, su tale disponibilità.
Portare avanti progetti di economia circolare significa riscrivere a fondo le modalità con cui i cicli produttivi sono stati fin qui portati avanti: un compito non semplice né immediato, ma virtuoso e già sposato nel principio da 77% dei cittadini europei.