Roma – Su Napster si trova quasi tutta la musica leggera appena uscita nei negozi e spesso ancora prima che esca. Ne sanno qualcosa gli Eagles. I brani della loro ultima compilation, infatti, in queste ore vengono scambiati su Napster da molte persone. Basta collegarsi ai server di file-sharing del sistemone per individuare numerosissimi utenti che condividono quei file musicali.
Il caso degli Eagles è emblematico. La compilation live uscita da qualche giorno nei negozi americani ed europei è infatti senza dubbio una delle “hit” degli utenti di Napster ma è anche uno dei dischi più venduti degli ultimi anni. Alcune stime industriali sostengono che con la nuova compilation “Selected Works 1972-1999” gli Eagles hanno visto salire i dischi venduti oltre quota 28 milioni, una “soglia” che li colloca, in termini di vendite, sopra artisti notissimi come Micheal Jackson o i Pink Floyd.
Va detto che otto brani della compilation erano stati messi a disposizione “ufficialmente” online dalla band per alcuni giorni, prima che sorgessero, a quanto pare, difficoltà di licenza e di contratto con l’etichetta che distribuisce l’album. Eppure, visti i dati di vendita, il caso Eagles rischia di diventare l’emblema del fatto che la musica che circola liberamente su Napster e negli ambienti di file-sharing costituisce di fatto una promozione, una pubblicità per i dischi che si trovano nei negozi. Una tesi peraltro sostenuta da tempo dai “contestatori” più noti, come Chuck D e Courtney Love.