EDOS, open source all'europea

EDOS, open source all'europea

Un'iniziativa tutta europea si propone di incrementare l'efficienza dei grandi progetti open source riducendone la complessità e promuovendo qualità e produttività. Ecco gli obiettivi e le strategie
Un'iniziativa tutta europea si propone di incrementare l'efficienza dei grandi progetti open source riducendone la complessità e promuovendo qualità e produttività. Ecco gli obiettivi e le strategie


Parigi – Ovviare alla crescente complessità insita nella gestione e nello sviluppo del software open source. Questo l’obiettivo cardine di EDOS (Environment for the Development and Distribution of Free Software), progettone europeo in seno al quale verranno concepite soluzioni teoriche e tecniche per la gestione su larga scala di progetti di software modulare.

Sull’iniziativa, a cui partecipano diversi istituti accademici e di ricerca e alcune aziende private, ha deciso di scommettere anche la Commissione Europea con un finanziamento di 2,2 milioni di euro.

La parola d’ordine di EDOS è “distribuito”, un aggettivo che intende associare al processo di sviluppo, assemblaggio e archiviazione del software.

“I progetti software hanno raggiunto livelli imprevisti di complessità”, si legge in un comunicato diffuso da MandrakeSoft , una delle società che, per mezzo della neo acquisita Edge-IT, partecipa a EDOS. “Per esempio, la maggior parte dei più recenti sistemi operativi Linux comprende migliaia di singoli pacchetti. Questo rende difficile mettere insieme un tale sistema; e i brevi cicli delle release tipici del software open source significano che questa attività deve essere costantemente ripetuta. È questo il caso non solo di Linux, ma di tutti i grandi progetti modulari.”

I membri del consorzio sostengono di essere specificamente interessati al problema come si presenta nei progetti open source.

“Man mano che cresce la quantità del software open source, cresce il problema della complessità”, si spiega nel comunicato. “Questo non vuol dire, tuttavia, che non si possa fare nulla al riguardo. Oggigiorno i processi di costruzione e testing sono solo parzialmente automatizzati e lasciano molto spazio a miglioramenti nella produttività e nel testing della qualità”.

Le organizzazioni che partecipano ad EDOS, fra le quali compare anche il centro di ricerca CSP di Torino, intendono rispondere al problema sviluppando e implementando nuove modalità di gestione della complessità nel software open source.

Sono già state pianificate due specifiche applicazioni. La prima riguarderà il processo di costruzione che si avvarrà di un’architettura peer-to-peer distribuita, progettata per aiutare l’integrazione delle molte parti di software che costituiscono un sistema Linux. I membri di EDOS si aspettano che il passaggio da un processo di costruzione e memorizzazione centralizzato ad uno distribuito aumenterà l’efficienza e risponderà in modo più adeguato alla crescita esponenziale nel consumo di capacità di elaborazione e memorizzazione e throughput di rete.

Ma le risorse, secondo i promotori del progetto, non sono l’unico problema in ballo.


“Gli intricati problemi delle dipendenze tra unità sorgono inevitabilmente in grandi progetti, dal momento che ogni parte dipende da molte altre per la sua specifica operazione. I membri di EDOS intendono trovare modalità per affrontare questo problema in modo sistematico, utilizzando gli strumenti dell’informatica teorica”, si spiega in una nota.

“C’è un problema che qualsiasi grande progetto deve affrontare ad un certo punto, e cioè come gestire dipendenze complesse tra le parti in modo da ottenere un insieme coerentemente integrato.”, ha detto Roberto Di Cosmo, dell’Università di Parigi 7. “Questo sta diventando un punto cruciale anche per i progetti di software open source, perché si spreca sempre più tempo su problemi di gestione. Proporremo una soluzione a questo problema utilizzando metodi formali propri dell’informatica teorica, un’area di ricerca particolarmente attiva in Francia”.

L’altro problema, secondo Di Cosmo, riguarda il testing della qualità. Il software libero, a suo avviso, manca infatti di una suite per i test “automatica e completa”: questo consentirebbe di sottoporre a test un sistema operativo basato su Linux, o qualsiasi grande applicazione basata su software libero/open source, con un'”operazione essenziale ed altrimenti onerosa in termini di tempo”.

A tal proposito EDOS si propone lo sviluppo di tool per rendere il testing più efficiente e completo e la creazione di un framework unificato indipendente dal linguaggio utilizzato che permetta agli sviluppatori di creare con facilità moduli per i test del loro software. Questo, secondo i partecipanti al progetto, dovrebbe significativamente migliorare la qualità complessiva del software e “produrre un vantaggio competitivo per l’Europa sul mercato mondiale”.

“È quasi impossibile effettuare manualmente i test di ogni singola funzione in un’ampia parte di software”, ha dichiarato Anton Anisimov di SOT. “È solo naturale avere un programma che lo faccia. Un framework per il testing efficace e completo farà risparmiare a sviluppatori, tester ed utenti molto tempo e alle organizzazioni farà risparmiare molto denaro. Noi crediamo che sarà un importante contributo per lo sviluppo futuro del software”.

La durata complessiva del progetto sarà di 30 mesi: tutto il software prodotto in questo arco di tempo verrà rilasciato sotto una licenza open source, e i risultati teorici saranno pubblicati su riviste scientifiche in base ai progressi.

I membri di EDOS comprendono 6 istituzioni di ricerca ed accademiche e 4 aziende di software e servizi: il primo gruppo è formato da NRIA (Francia, coordinatore del progetto), Università di Parigi 7 (Francia), Università di Tel-Aviv (Israele), Università di Ginevra (Svizzera), Università di Zurigo (Svizzera), CSP Torino (Italia); il secondo gruppo da Edge-IT/Mandrakesoft (Francia, project manager), NUXEO (Francia), NEXEDI (Francia) e SOT (Finlandia).

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Pubblicato il 23 dic 2004
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