Egitto, divorzio via SMS?

Egitto, divorzio via SMS?

Un marito può porre fine al matrimonio dichiarando per tre volte alla moglie la volontà di divorziare. Ma farlo con dei messaggini vale lo stesso?
Un marito può porre fine al matrimonio dichiarando per tre volte alla moglie la volontà di divorziare. Ma farlo con dei messaggini vale lo stesso?

Roma – Relegato da molti al ruolo di freddo strumento di semplice comunicazione personale, c’è chi vede il telefonino come un veicolo di comunicazioni ufficiali. In Egitto, grazie al telefono cellulare, potrebbe essere possibile formalizzare anche un divorzio.

Il Washington Post riferisce infatti dell’incredulità di una donna del Cairo che, dopo una lite telefonica con il marito e una telefonata a cui non ha intenzionalmente risposto, ha ricevuto sul proprio cellulare un SMS con cui il coniuge le annunciava la propria intenzione di divorziare.

“Divorzio. Questo ti insegnerà a non rispondere alle mie chiamate” recitava il laconico messaggio. La donna ha ripreso a dialogare con il marito, approdando a un’apparente riconciliazione. Ma il quieto vivere è stato di breve durata: un’altra discussione, dovuta alla richiesta della donna di far intervenire la propria famiglia, ha prodotto come risultato un altro SMS: “Divorzio. Non chiedere a altre persone di interferire nei nostri affari” ha scritto l’egiziano dalla minaccia facile.

Altro giro, altra riconciliazione: i due tele-tormentati coniugi hanno ripreso a parlarsi, finché – in seguito all’ennesima lite – il marito ha formulato l’ennesima dichiarazione di divorzio, questa volta a quattr’occhi con la propria moglie. La legge islamica, spiega il Post può rendere all’uomo molto semplice l’atto di divorzio: un marito può porre fine al proprio matrimonio dicendo semplicemente alla propria moglie per tre volte la frase “voglio divorziare”. Comodo, ma rischioso.

Il caso della coppia egiziana potrebbe costituire un precedente: le autorità religiose stanno appunto discutendo su come considerare le prime due dichiarazioni del marito, rilasciate in modo tecnologico (via SMS, appunto). E su come applicare, nel 21esimo secolo, regole religiose nate 15 secoli prima. Casi analoghi sono già stati dibattuti in Malaysia, Qatar ed Emirati Arabi Uniti, con conclusioni differenti.

Finché le autorità egiziane non giungeranno a una risoluzione – che deciderà le sorti del matrimonio – la donna dovrà vivere in regime di separazione dal marito, con il figlio di quattro anni. Nel frattempo, il caso anima discussioni su più fronti, nell’ambito della cultura islamica. “Ciò che mi fa più male è non sapere se sono divorziata o no” ha dichiarato la donna in un’intervista. E tutto per un paio di SMS.

Dario Bonacina

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Pubblicato il
21 gen 2008
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