Quel sottile filo Blue che lega gli Eiffel 65 a Elon Musk

Quel sottile filo Blue che lega gli Eiffel 65 a Elon Musk

Se mai, un giorno, davvero andremo su Marte, lo faremo accompagnati dalla colonna sonora di Blue degli Eiffel 65: vero, Elon Musk?
Quel sottile filo Blue che lega gli Eiffel 65 a Elon Musk
Se mai, un giorno, davvero andremo su Marte, lo faremo accompagnati dalla colonna sonora di Blue degli Eiffel 65: vero, Elon Musk?

Poco importa se hai appena perso un razzo da 120 metri (Starship). Non esiste fallimento che non possa essere reso meno amaro dagli Eiffel 65. Vogliamo chiudere gli occhi e immaginare Elon Musk con noi, come noi, nelle domeniche pomeriggio di fine anni ’90 in discoteca, a bordopista con in mano un Angelo Azzurro.

I’m blue, da-ba-dee-da-ba-di

Il numero uno di Tesla e SpaceX, fresco nuovo proprietario di Twitter, colui che vuol salvare il genere umano portandolo su Marte e fermare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale (salvo poi lanciare un proprio nuovo progetto su questo fronte), ha scelto Blue per scrollarsi di dosso i postumi dell’esplosione che ha interrotto il primo volo del veicolo spaziale. E lo ha reso noto ai suoi quasi 136 milioni di follower sul social network.

Quasi immediata la replica di uno dei diretti interessati, Gabry Ponte, che insieme a Maury e Jeffrey Jey formava il trio originale autore del brano: Portiamolo su Marte.

Il video di Blue contiene più di un riferimento allo spazio. È ambientato sul pianeta Tukon4. Lì, gli alieni Zorotl e Sayok6 trasportano il cantante del gruppo durante un concerto.

La clip, all’epoca in rotazione continua sulle emittenti musicali nostrane, è un salto nel passato per chi quegli anni li ha vissuti in prima persona. Realizzata da cinque membri del team BlissCoMedia (divisione di Bliss Corporation), è stata assemblata con un mix in realtà poco elaborato di green screen e modelli tridimensionali animati in 3ds Max. Dalla pagina Wikipedia dedicata: Con pochissime risorse, tutorial e libri, oltre che con una sola macchina per l’editing, il video è stato creato tra il 1998 e il 1999 in un garage, in circa due o tre mesi. NME lo ha inserito alla posizione 35 della classifica dei 50 peggiori video musicali di tutti i tempi. E, nonostante l’effetto nostalgia suscitato da ricordi ormai lontani, non ce la sentiamo di smentire.

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Pubblicato il
21 apr 2023
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