Negli ultimi giorni, Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo e proprietario di X, ha usato la sua piattaforma per amplificare contenuti apertamente razzisti e xenofobi. Non è una novità, ma questa volta l’escalation è evidente: repost di account di estrema destra che invocano violenza contro ONG, teorie cospirative sull’estinzione dei bianchi, attacchi diretti alla comunità somalo-americana.
Non sono opinioni controverse espresse con cautela. Sono affermazioni che violerebbero le policy di moderazione della maggior parte delle piattaforme social. Ma Musk possiede X, e per lui, le regole non esistono…
Elon Musk rilancia teorie razziste e complotti su X
Tra gli account condivisi da Musk c’è quello di Tommy Robinson, esponente dell’estrema destra britannica che era stato bandito da Twitter nel 2018 per “comportamento odioso”. Musk lo ha reintegrato, e ora Robinson ha un palcoscenico per diffondere i suoi messaggi.
Uno dei post che Musk ha rilanciato affermava che le ONG del Minnesota ricevono 2.375 dollari per ogni immigrato somalo portato negli Stati Uniti, descrivendo questo come “tradimento” che dovrebbe essere affrontato con la forza. Il riferimento è a un pagamento una tantum del fondo federale per il reinsediamento destinato a bisogni primari come cibo e arredamento per i rifugiati. Robinson lo presenta come un complotto, e Musk amplifica quel messaggio, solo che lui ha 200 milioni di follower.
Un altro account con 1,2 milioni di follower, Wall Street Apes, ha dichiarato che in generale i somali non hanno il diritto di stare in America e che non si integrano nelle società. Musk ha condiviso anche questo, senza contestualizzazione, senza fact-checking.
La teoria dell’estinzione dei bianchi
Ma Musk non si è limitato a repostare. Ha anche scritto dichiarazioni proprie. Se le tendenze attuali continueranno, i bianchi passeranno dall’essere una piccola minoranza della popolazione mondiale oggi a essere praticamente estinti
, ha scritto il 2 dicembre.
È la retorica del “grande rimpiazzo”, una teoria cospiratoria che sostiene che gli immigrati vengono deliberatamente portati nei paesi occidentali per sostituire la popolazione bianca. È la stessa teoria citata da terroristi di estrema destra come motivazione per gli attacchi violenti. E Musk, che ha 14 figli, la presenta come preoccupazione demografica legittima.
Ha anche ribadito la sua convinzione che l’immigrazione sia un complotto dei democratici per importare elettori. L’estrema sinistra ha importato elettori per conquistare il potere e ha funzionato
, ha scritto, citando un post che affermava falsamente che la deputata Ilhan Omar non era stata nemmeno eletta dagli americani. Omar è cittadina americana naturalizzata eletta legittimamente dal suo distretto in Minnesota.
Allineamento con Trump
I post di Musk sono perfettamente allineati con il presidente Donald Trump, che all’inizio di questa settimana ha dichiarato che gli immigrati somali non contribuiscono in alcun modo e che non li vuole nel suo Paese. Musk sta amplificando e rafforzando quella retorica, creando un ecosistema mediatico dove attacchi xenofobi vengono normalizzati e legittimati.
Gli inserzionisti sono in trappola
Anni fa, dichiarazioni simili avrebbero causato un esodo di inserzionisti. Nel 2023 IBM, Apple e altri marchi ritirarono le pubblicità da X dopo che Musk aveva elogiato post di estrema destra e concordato con affermazioni antisemite. Ma Musk ha risposto con una campagna di vessazioni legali contro le organizzazioni che monitoravano l’hate speech sulla piattaforma.
E l’amministrazione Trump ha inserito condizioni che scoraggiano la rimozione degli annunci da piattaforme come X in proposte di fusione tra grandi società pubblicitarie. Il CEO di una società di consulenza pubblicitaria ha dichiarato al Wall Street Journal che i brand temono le ripercussioni legali e politiche di non fare pubblicità su X.
È un ribaltamento completo. Prima gli inserzionisti potevano esercitare pressione economica sulle piattaforme per contenuti problematici. Ora rischiano addirittura conseguenze se si ritirano…
Il problema non è solo cosa Musk condivide, ma cosa questo significa per X come piattaforma. Se il proprietario può violare impunemente le policy che altri utenti devono rispettare, se può usare la piattaforma per amplificare teorie estremiste senza conseguenze, allora X non è una piattaforma sociale neutrale. È il megafono personale di Musk.
E i messaggi che sta scegliendo di diffondere sono sempre più estremi. Teorie cospirative razziste, attacchi a specifiche comunità di immigrati, retorica che invoca violenza contro organizzazioni non profit. Non sono opinioni politiche controverse, sono contenuti che in qualsiasi altra piattaforma porterebbero al ban o a sanzioni.