Europa, la banda larga e le speranze digitali

Europa, la banda larga e le speranze digitali

Eurostat pubblica i nuovi dati sulla penetrazione di Internet e del broadband nel Vecchio Continente. Che da questo punto di vista risulta vecchio soprattutto in Italia, dove però qualcosa si muove
Eurostat pubblica i nuovi dati sulla penetrazione di Internet e del broadband nel Vecchio Continente. Che da questo punto di vista risulta vecchio soprattutto in Italia, dove però qualcosa si muove

Dall’istituto di statistica europeo (Eurostat), gli ultimi dati su Internet e banda larga nel Vecchio Continente, una fotografia che evidenzia i buoni risultati comunitari ma sottolinea anche l’arretratezza italiana rispetto alla media dei paesi UE più avanzati.

Fra tutte i dati forniti dall’Eurostat , quello sulla banda larga è certamente il più significativo: nel 2012 la broadband domestica è arrivata a coprire il 72 per cento, dice l’istituto lussemburghese, un valore medio decisamente superiore al 57 per cento registrato nel rapporto per l’anno 2009.

Sempre più cittadini europei hanno a disposizione un accesso veloce a Internet, comunica Eurostat, e la loro attività online preferita in assoluto è quella di informarsi sul web (60 per cento). Segue la partecipazione ai social network al 52 per cento, mentre la “produzione” di contenuti online (tramite blog e simili) è una pratica molto poco frequente dai netizen europei (9 per cento).

E in Italia? Il Belpaese si distingue per risultati particolarmente negativi : il numero di famiglie che ha accesso alla rete è salito al 63 per cento (erano il 59 per cento nel 2010), ma chi ha una connessione in broadband è solo il 55 per cento – un valore nettamente inferiore alla media europea del 72 per cento.

Ancora molto alto è poi il numero di persone che non hai mai usato Internet nemmeno una volta nella vita: in Italia sono il 40 per cento, peggio fanno solo le ultime in classifica ovvero Romania, Bulgaria e Grecia. Per quanto riguarda le attività online più popolari, anche in Italia vanno forte le news telematiche (55 per cento) e i social network (52 per cento), mentre l’home banking si attesta al 37 per cento (in UE la media è di oltre il 50 per cento) e chi crea siti o blog personali è solo il 6 per cento.

Come risolvere i problemi della evidente arretratezza italiana in merito all’economia di rete e le interconnessioni digitali? Il vice-presidente della Commissione Europea Neelie Kroes ha approntato una versione riveduta e corretta della Agenda Digitale che prevede nuovi framework legali, uno sforzo continentale per promuovere la formazione e lo studio aggiornati alle nuove esigenze di lavoro, l’aggiornamento delle norme sul diritto d’autore e tanto, tanto cloud computing.
La posta in palio della nuova strategia è un aumento (previsto) del PIL europeo del 5 per cento, sostiene Kroes, con quasi 4 milioni di nuovi posti di lavoro e una ripresa economica ben avviata già dal 2013.

Per quanto riguarda l’Italia, infine, dopo l’ approvazione della Agenda Digitale da parte del dimissionario governo Monti si muove il direttore dell’Agenzia per l’Italia Digitale: in attesa di vedersi confermata la nomina da parte della Corte dei Conti, Agostino Ragosa prepara il terreno per gli investimenti futuri intessendo collaborazioni ed elaborando progetti da trasformare in gare d’appalto quanto prima. Elezioni e politica permettendo.

Alfonso Maruccia

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
19 dic 2012
Link copiato negli appunti