Sono scattate le manette ai polsi di cinque cittadini polacchi di giovane età, esponenti del gruppo Infinity Black operativo dalla seconda metà del 2018: il business messo in piedi dai cracker si basava principalmente sulla vendita di credenziali per l’accesso ai servizi online provenienti da leak e data breach. Sono ritenuti responsabili anche di truffe e della distribuzione di malware.
Infinity Black: cinque cracker arrestati dall’Europol
L’operazione è stata condotta da Europol ed Eurojust in collaborazione con le autorità di Polonia e Svizzera: gli arresti sono stati compiuti fra il 30 aprile e il 2 maggio nell’area del Canton Vaud, vicina al confine con la Francia. Le vittime dei raggiri erano proprio di nazionalità svizzera. Stimati danni effettivi per circa 50.000 euro, anche se da una prima valutazione pare che i dati sottratti avrebbero potuto generare perdite per oltre 610.000 euro.
Sequestrata inoltre apparecchiatura informatica per un valore pari a circa 100.000 euro tra computer, hard disk esterni e dispositivi dedicati alla gestione delle criptovalute. Chiuse poi due piattaforme (una di queste potrebbe essere DataSense.pw) che ospitavano un totale pari a più di 170 milioni di credenziali rubate.
Stando a quanto riporta la redazione del sito ZDNet le manette sarebbero scattate anche ai polsi di Azatej, ritenuto il numero uno del gruppo Infinity Black e da alcuni giorni non più avvistato online.