Facebook al collasso? E' una vecchia bufala

Facebook al collasso? E' una vecchia bufala

Circola fra gli iscritti una mail che li esorta allarmisticamente a mostrarsi utenti attivi, rilanciando l'appello ad altri amici. Ma è un'infondata catena di sant'Antonio che rivive nell'ambito del fenomeno del momento
Circola fra gli iscritti una mail che li esorta allarmisticamente a mostrarsi utenti attivi, rilanciando l'appello ad altri amici. Ma è un'infondata catena di sant'Antonio che rivive nell'ambito del fenomeno del momento

Le catene di sant’Antonio diffuse via mail ormai hanno sfiorato tutti gli argomenti possibili e assunto tutte le colorazioni immaginabili. La loro proliferazione, alla stregua dello spam, incrementa il traffico di bit in circolazione in rete e intasa le mailbox di tutti i possibili destinatari, generando infondati allarmismi e sentimenti di vario tipo. Dopo i messaggi portafortuna e gli appelli umanitari fasulli che cavalcano l’attualità, poteva mancare all’appello una catena dedicata a Facebook ?

“Attenzione: a tutti gli utenti di Facebook”, richiama l’oggetto.


Facebook è ormai pieno di utenti. Molti utenti si sono lamentati che Facebook stia diventando molto lento. La ragione di ciò è che ci sono troppi utenti di Facebook che non sono attivi.
Manderemo questo messaggio a tutti gli utenti, per vedere se gli utenti sono attivi o meno.
Se sei un utente attivo per favore invia questo messaggio ad altri 15 tuoi amici, usando il Copia/Incolla, per mostrare che sei attivo.
Coloro che non invieranno questo messaggio entro 2 settimane, si vedranno il proprio account cancellato senza alcuna esitazione per creare nuovo spazio.
Se su Facebook ci saranno ancora troppi iscritti, chiederemo gentilmente delle donazioni a chi le voglia fare, ma sino ad allora fate circolare questo messaggio a tutti i vostri amici, sia per tenerli informati sia per mostrare che sei un utente attivo cosicché il tuo account non verrà eliminato.
Il fondatore di Facebook
Mark Zuckerb
Accantonando ogni considerazione possibile sul concetto di utente attivo , il messaggio emana subito il tipico olezzo delle catene di sant’Antonio, non fosse altro che per la sua dinamica (“invia questo messaggio ad altri 15 amici”), per l’impossibile tracciabilità di un messaggio di posta elettronica che circola anche al di fuori di Facebook, ma soprattutto per la non misurabile attendibilità di un firmatario di nome Mark Zuckerb.

Ammesso (ma logicamente non concesso) che un grande numero di utenti possa generare difficoltà di gestione e lentezza in una piattaforma simile, è difficile credere che nessuno, nello staff di Facebook, abbia la possibilità di tracciare la vitalità di un account senza dover chiedere via mail la collaborazione degli utenti, invitandoli con un messaggio che ha lo stesso sapore dell’esortazione “se ci sei, batti un colpo”.

Difficile inoltre credere che Mark Zuckerberg, il vero fondatore di Faccialibro (come viene da molti utenti italiani con una traduzione scherzosamente maccheronica), abbia interesse a incoraggiare un repulisti del parco utenti del suo social network, eliminando gli account dormienti e qualificando tali quelli di coloro che non si faranno vivi nelle prossime due settimane. Due settimane, a partire da quando, poi? Dalla ricezione di un messaggio email evidentemente trasmesso con la consueta dinamica delle pluriennali catene di sant’Antonio, che talvolta sopravvivono addirittura a fatti ed argomenti di cui parlano?

Il messaggio è chiaramente è infondato e non solamente perché Facebook, giunto nelle scorse ore a 120 milioni di iscritti , con la sua crescita ha fatto (e continua a fare) la fortuna di Mark Zuckerberg: il fenomeno Facebook è esploso nel Belpaese nel corso della scorsa estate, ma come sottolinea About.com , la mail non è altro che una traduzione di un messaggio che tra i facebookers d’oltreoceano circola da oltre un anno, e che a sua volta assomiglia molto (anzi, troppo) alla bufala che, già nel lontano 1999, paventava il collasso di Hotmail .

Gli utenti più abulici possono dunque continuare a dormire sonni tranquilli: il loro account non verrà sacrificato per la causa della sopravvivenza di Facebook. Mister Zuckerb non li avrà.

Dario Bonacina

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Pubblicato il
6 nov 2008
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