Facebook: la pubblicità siete voi

Facebook: la pubblicità siete voi

Le storie sponsorizzate trasformeranno le attività degli utenti in advertising social. Like e check-in verranno spostati in un riquadro brandizzato, con il marchio di società come Coca-Cola e Starbucks
Le storie sponsorizzate trasformeranno le attività degli utenti in advertising social. Like e check-in verranno spostati in un riquadro brandizzato, con il marchio di società come Coca-Cola e Starbucks

Hanno deciso di chiamarle storie sponsorizzate , in arrivo a breve su milioni di bacheche in blu. Sponsored Stories è la nuova trovata pubblicitaria del gigante Facebook, nel tentativo di trasformare le varie attività social dei suoi utenti in una redditizia fonte pubblicitaria.

Più di 500 milioni di iscritti trasformati in veicoli brandizzati , lanciati a tutta velocità sulla piattaforma di Mark Zuckerberg. Tredici colossi del mercato sono già pronti a partire, da Coca-Cola Company a Levi ‘s passando per grandi organizzazioni umanitarie come Amnesty International .

Ma come funziona la feature pubblicitaria Sponsored Stories ? Un video caricato dai responsabili del sito in blu ha fatto luce sui primi dettagli dell’operazione. Un comune utente di Facebook entra in uno qualsiasi dei punti vendita della catena di caffetterie Starbucks. Ovviamente lo comunica in tempo reale a tutti i suoi contatti .

Normalmente questo check-in si perderebbe nel continuo flusso di post, impedendo al sito in blu di monetizzarlo a dovere. Qui la nuova trovata : la segnalazione finisce in uno specifico riquadro sulla destra dello schermo, accompagnata dal marchio di Starbucks e dall’inevitabile pulsante like riferito alla catena di caffetterie.

Questi aggiornamenti personali verranno così trasformati in messaggi pubblicitari, legati non soltanto ai check-in , ma anche ai vari “mi piace” degli utenti . Un sistema che ricorda da vicino i cinguettii promozionali di Twitter e che potrebbe contribuire al già redditizio business pubblicitario di Facebook.

C’è chi ha storto il naso, ponendosi i primi interrogativi . Cosa accadrebbe se un utente parlasse male del caffè di Starbucks? I vari check-in rimarrebbero comunque commentabili dagli iscritti al sito in blu. E soprattutto, perché gli stessi utenti non dovrebbero reclamare una fetta dei guadagni di Facebook? La pubblicità, in fondo, è veicolata dalle loro esistenze social.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
26 gen 2011
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