L’ambizioso obiettivo del progetto Foldit ha dato i suoi frutti: giocando online con i modelli 3D messi a disposizione degli scienziati, i netizen sono riusciti a fornire nuovi spunti sulla composizione degli enzimi prodotti dal codice genetico dell’AIDS aprendo idealmente le porte a nuove possibilità di cura per la malattia.
Nato dai laboratori del Center for Game Science della University of Washington in collaborazione con il Baker lab , Foldit si propone di coinvolgere utenti di Internet tutto il mondo nella soluzione di problemi dalla soluzione complessa come sono quelli legati alla determinazione della effettiva struttura (configurazione) molecolare dei componenti biologici coinvolti in patologie gravi come AIDS e cancro.
L’obiettivo è provare a sfruttare l’intuizione umana e le abilità che i videogiocatori acquisiscono durante la loro “carriera” dietro al joypad o alla tastiera: nel caso dell’AIDS, i ricercatori hanno chiesto ai giocatori di creare un modello accurato di un enzima fondamentale per la maturazione e la proliferazione del retrovirus.
I risultati sono arrivati dopo appena tre settimane, tempo entro il quale i giocatori hanno creato modelli che hanno richiesto giusto qualche rifinitura ai ricercatori di Washington prima della pubblicazione di uno studio sull’argomento. Commentando l’importante traguardo raggiunto, gli scienziati hanno riaffermato il principio secondo cui “il gaming, la scienza e il calcolo possono essere combinati per fare progressi impossibili prima d’ora”.
Alfonso Maruccia