FRIACO, provider sul piede di guerra

FRIACO, provider sul piede di guerra

Costi troppo elevati che non consentono di offrire una vera flat agli utenti. Questa l'accusa di AIIP ed Assoprovider che parlano di rafforzamento dell'oligopolio che vede Telecom dominare sulle TLC italiane
Costi troppo elevati che non consentono di offrire una vera flat agli utenti. Questa l'accusa di AIIP ed Assoprovider che parlano di rafforzamento dell'oligopolio che vede Telecom dominare sulle TLC italiane


Roma – Le offerte di connettività forfetaria basate sul modello FRIACO varato con una delibera dall’Autorità TLC non stanno invadendo il mercato, anzi. Il motivo va ricercato nelle condizioni di accesso per i provider interessati. In una dura ennesima contestazione, le associazioni dei provider italiani, AIIP ed Assoprovider, hanno denunciato la situazione che, a loro parere, di fatto porta ad un rafforzamento della posizione dominante di Telecom Italia sul mercato a spese degli altri soggetti.

Una situazione di scontro, dunque, che porterà probabilmente a nuovi ritardi nella proposizione di offerte all’utenza finale, che sembrerebbe decisamente interessata alla possibilità di sfruttare una connettività flat-rate.

Secondo le associazioni, i termini dell’offerta FRIACO proposta da Telecom Italia sono incompatibili con il principio dell’orientamento ai costi disposto dalla normativa europea ed italiana e con lo spirito del Governo e del Parlamento in tema di equiparazione tra OLO (in pratica gli operatori di telefonia) ed ISP (i provider). Sull’equiparazione, come noto, si era avuto il sì della Camera e ci si attende a breve il sì del Senato, dove il provvedimento sta seguendo una corsia preferenziale.

I provider ritengono in particolare che i prezzi del servizio FRIACO a livello distrettuale (SGD) e interurbano (SGT) siano troppo elevati se comparati con i prezzi del servizio FRIACO a livello urbano (SGU). Secondo AIIP, l’offerta FRIACO a livello SGD non deve costare oltre il 16,6 per cento in più dell’offerta FRIACO SGU e quello a livello di area gateway (interurbano) non deve costare oltre il 57,4% in più dell’offerta FRIACO SGU.

“La politica di pricing perseguita con l’attuale formulazione dell’offerta FRIACO – sostiene una nota trasmessa dalle associazioni dei provider – rappresenta l’ennesimo tentativo di mettere fuori mercato quegli operatori che non hanno come attività primaria la fornitura di servizi di fonia, bensì l’erogazione di servizi Internet e che, non essendo collegati a livello di SGU, sarebbero costretti a pagare prezzi eccessivamente onerosi per i livelli di raccolta più alti (SGD e SGT), con un rafforzamento dell’attuale oligopolio sul mercato dell’accesso ad Internet. Si osserva inoltre che, così come attuato, il servizio di accesso forfetario FRIACO vanifica gli effetti del Disegno Di Legge di equiparazione ISP/OLO già approvato dalla Camera Deputati”.

AIIP e Assoprovider hanno dunque chiesto all’Autorità TLC di estendere l’offerta FRIACO agli ISP (dato il tenore del DDL approvato) o, comunque, in via transitoria, di imporre un’offerta di servizi FRIACO wholesale a condizioni economiche che non superino quelle indicate dalle due associazioni.

I provider ritengono anche importante ed urgente che l’Autorità TLC e la Commissione di interconnessione in seno al ministero delle Comunicazioni rapidamente mettano a punto ulteriori modalità di interconnessione di tipo FRIACO.

“Il Commissario Liikanen – ha infine ricordato Ermanno Delia, membro della board di AIIP e Business Development Director di KPNQwest Italia – ha identificato 5 priorità per rilanciare la competitività UE attraverso Internet. Queste saranno discusse a Barcellona il 14 e 15 marzo, occasione in cui sarà lanciato l’eEurope 2005. Non mi pare che nel programma siano previste misure per il rafforzamento degli oligopoli. Riteniamo urgente un’azione da parte dell’Authority sul tema FRIACO per evitare che lo spettro dal quale l’Europa rifugge si materializzi nel nostro Paese”.

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Pubblicato il 8 mar 2002
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