FSF, a scuola serve l'open source

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Critiche
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Roma – La divisione italiana di FSF Europe ha attaccato l’iniziativa Microsoft nota come “Fresh Start per PC donati”, quella che propone di regalare software del big di Redmond alle scuole che hanno ricevuto in dono personal computer.

Secondo Stefano Maffulli, presidente di FSF Europe sezione italiana, il progetto “mette ancora una volta repentaglio la libertà di formazione e informazione all’interno delle scuole (…). Usando software proprietario nella didattica i docenti istigano gli studenti a comportamenti antisociali e provocano negli stessi una dipendenza culturale difficile da eradicare”.

La FSF, rifacendosi a quanto scritto dal guru dell’open source Richard Stallman e dall’italiano Antonio Bernardi , ha scritto in una nota che “l’importanza del software libero a scuola discende da una serie di ragioni che con la didattica e la crescita della persona sono direttamente correlate. Se da un punto di vista generale si forniscono infatti gli strumenti per avere il controllo della propria macchina e si concretizza un risparmio sulle licenze traducibile in investimenti di altra natura (percorsi didattici ad hoc, realizzazione di software specifico, tecnici destinati al mantenimento delle aule di informatica, eccetera), esistono motivi più circostanziati che ne dovrebbero privilegiare l’introduzione”.

“Tra questi – continua la nota di FSF – l’educazione allo studio e alla sperimentazione attraverso l’accesso al codice sorgente e le libertà di copia, modifica e ridistribuzione. Strettamente correlata è poi la comprensione dei meccanismi di funzionamento di un programma, comprensione non vincolata ai prodotti distribuiti da un unico fornitore. Inoltre, lo spirito che sottende il software libero favorisce la cooperazione sia all’interno di uno stesso istituto scolastico che all’esterno, attraverso Internet, avendo come effetto secondario – ma non meno importante – l’educazione al confronto e alla multiculturalità”.

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Pubblicato il 26 feb 2004
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