Gates finanzia la ricerca alternativa

Gates finanzia la ricerca alternativa

Oltre 8 milioni di dollari per decine di progetti. Il filantropo William H. III investe in progetti originali per tentare di scovare una cura ai mali dei paesi in via di sviluppo
Oltre 8 milioni di dollari per decine di progetti. Il filantropo William H. III investe in progetti originali per tentare di scovare una cura ai mali dei paesi in via di sviluppo

A Bill Gates, è ormai noto , stanno a cuore i problemi del terzo mondo: in particolare, in cima ai suoi pensieri sembrano esserci i principali nemici dell’Africa, dalla malaria all’AIDS, dalla dissenteria alla tubercolosi , che ogni anno decimano la popolazione del continente in una epidemia che non sembra conoscere rallentamenti. Per questo, con la fondazione creata assieme alla moglie Melinda, ha avviato un programma di finanziamento a tappeto di progetti molto originali, che si prefiggono di scovare soluzioni alternative per cercare quantomeno di contenere queste patologie.

Il Grand Challenges Explorations initiative è un programma quinquennale di finanziamento, lanciato lo scorso autunno, che elargirà 100 milioni di dollari a scienziati e ricercatori impegnati ad individuare nuove forme di prevenzione, diagnosi e cura delle malattie tipiche dell’Africa profonda. Bill Gates fa molto sul serio sull’argomento, all’ultimo TED ha persino liberato delle zanzare sul pubblico per argomentare le sue tesi, e in questa tornata la Foundation ha individuato 81 diversi soggetti a cui garantire 100mila dollari a fondo perduto per avviare i propri studi: se i risultati saranno promettenti, i più fortunati potranno godere di ulteriori e più cospicui finanziamenti con cui portare avanti i loro lavori.

Nella lista relativa all’ultima tornata di borse assegnata, la seconda, si individuano argomenti e soluzioni più disparate: c’è chi ad esempio vorrebbe costruire un apparecchio in grado di attirare le zanzare in trappole da piazzare all’aperto, magari nelle vicinanze di un villaggio o di un centro abitato, così da diminuire il rischio di infezione e trasmissione della malaria. Restando in tema, dei ricercatori britannici puntano invece a sviluppare un dispositivo economico e semplice da trasportare ed utilizzare per semplificare la diagnosi della malattia analizzando magneticamente il sangue e scovando i residui derivanti dalla presenza del parassita.

E poi ci sono anche soluzioni più fantasiose e interessanti. Come quella che prevede di tentare di infettare le zanzare con una specie di febbre causata da un fungo che generi un aumento della loro temperatura corporea: in questo modo, si comprometterebbe il meccanismo sensoriale che permette agli insetti di individuare gli esseri umani attraverso il calore e l’odore. Oppure si potrebbe realizzare un vaccino per le mucche che, se punte dalla zanzara, trasmetterebbero al tedioso vampiro volante un’infezione in grado di ucciderla o quantomeno di renderla pressoché inoffensiva per gli esseri umani riducendone anche in modo sostanziale la capacità di riprodursi.

Oltre agli spray, alle lampade, ai repellenti e qualsiasi altro ritrovato per combattere i mosquito , molte ricerche si rivolgono ovviamente alla genetica, alla bioingegneria e alla scienza dei materiali per individuare nuove forme di vaccini, antivirali, antibiotici e strumenti di profilassi in grado di risultare più efficaci degli attuali nella prevenzione di HIV, pneumonia, tubercolosi. Si studiano i possibili effetti benefici dei farmaci anti-ipertensione nel potenziamento dei medicinali, l’apporto che alcune molecole contenute nel latte materno potrebbero avere nella lotta alle malattie respiratorie.

Moltissimi progetti puntano alla creazione di un vaccino per l’AIDS e la tubercolosi , e quasi altrettante tentano di individuare nuovi tipi di antibiotici in grado di debellare anche i ceppi più resistenti della malattia: una scoperta in questo senso, magari priva di complicazioni legate a costosi brevetti, potrebbe costituire un’arma non da poco nella storica lotta che oppone i governi africani (e non solo) a malattie che molto spesso nel mondo industrializzato sono solo un tenue ricordo.

Se poi si potessero scovare delle semplificazioni utili anche per l’Europa e il Nordamerica, come quella dei pomodori che contengono al loro interno oltre a vitamine e sali minerali pure i farmaci che tengono al sicuro dal raffreddore, perché non provarci? Chi riuscirà ad ottenere risultati concreti si vedrà consegnato un ulteriore assegno da 1 milione di dollari per trasformare in realtà le sue teorie: nonostante la crisi a Bill i fondi non mancano , e pare proprio che abbia deciso di utilizzarne una grossa fetta per un nobile scopo.

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Pubblicato il
8 mag 2009
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