Gates Foundation risponde alle critiche

Gates Foundation risponde alle critiche

Il chief operating officer della Fondazione ha deciso di spiegare in un documento online qual è la filosofia interna e la policy sugli investimenti: raggiungere gli obiettivi prefissati
Il chief operating officer della Fondazione ha deciso di spiegare in un documento online qual è la filosofia interna e la policy sugli investimenti: raggiungere gli obiettivi prefissati

Le accuse mosse dal Los Angeles Times nei confronti dell’operato della Bill & Melinda Gates Foundation hanno convinto il chief operating officer della Fondazione a chiarire la policy interna. Cheryl M. Scott, in un intervista al Seattle Times e in un documento pubblicato sul sito ufficiale della Fondazione, ha cercato di spiegare la filosofia che muove l’intero progetto dei Gates, rispondendo di fatto alle critiche di “miopia” indirizzate verso il dipartimento investimenti, responsabile secondo alcuni di preoccuparsi solo del profitto e poco dell’etica.

“L’obiettivo della Foundation è di permettere a tutte le persone – a prescindere da dove vivano – di avere la possibilità di avere una vita sana e produttiva”, si legge nell’apertura del documento. Questa priorità può essere soddisfatta, sempre secondo Scott, concentrandosi su aree ben specifiche, sviluppando expertise e coinvolgendo più organizzazioni ed enti. L’impatto che ogni programma può avere è strettamente correlato al livello di supporto esterno: le imprese, insomma, sono fondamentali.

I coniugi Gates “Bill e Melinda (nella foto qui accanto) supervisionano gli investimenti… ma nel fornire indicazioni ai manager hanno deciso di non badare ai ranking sulle policy o sul comportamento ambientale. Vi sono decine di fattori che potrebbero essere considerati, quasi tutti al di fuori delle competenze della Fondazione…”, ha sottolineato Scott. “Molte aziende menzionate dal Los Angeles Times, come Ford, Kraft, Fannie Mae, Nestle e General Electric fanno un sacco di cose che alcune persone apprezzano ed altre no. Alcune attività possono essere considerate positivamente da gruppi di persone e negativamente da altri”. Nell’intervista al Seattle Times , Cheryl Scott ha comunque ribadito che l’unico settore presente nella “black list” della Fondazione Gates è quello del tabacco.

Per quanto riguarda la capacità di scelta dei partner giusti, Scott ha dichiarato che alcuni giudizi negativi sulle imprese, e quindi la loro esclusione, non avrebbero un effetto così forte ed importante come i finanziamenti che permettono di portare avanti l’attività benefica.

“Ci sarà un’attenta analisi delle share possedute dalla Gates Foundation e questo permetterà di identificare se ci sono casi così critici da bloccare gli investimenti”, ha dichiarato Scott. “Tengo a sottolineare, comunque, che si tratta di una questione che abbiamo sempre considerato prioritaria e che continueremo a considerare tale. Bill e Melinda hanno sempre vietato gli investimenti in attività negative, come il settore tabacco, e che sono in conflitto di interessi con la stessa Fondazione”.

Dario d’Elia

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Pubblicato il
16 gen 2007
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