Gioco d'azzardo a distanza, una malattia redditizia

Gioco d'azzardo a distanza, una malattia redditizia

Il mercato di settore cresce in maniera vertiginosa. Un'associazione inglese di medici propone di spingere sulla disintossicazione. In Italia, invece, si oscurano siti e si incassano dobloni
Il mercato di settore cresce in maniera vertiginosa. Un'associazione inglese di medici propone di spingere sulla disintossicazione. In Italia, invece, si oscurano siti e si incassano dobloni

Sono sempre più coloro che, facendo appello all’umana fede nella fortuna, lucrano sul gioco d’azzardo a distanza: ubiquo, anonimo, senza soldi che frusciano tra le mani. Nel solo Regno Unito il mercato delle scommesse online è raddoppiato , dal 2001 a oggi. I dati emersi da una ricerca commissionata da Morse rivelano che l’ online gambling è un abitudine diffusa anche presso i luoghi di lavoro: il 30 per cento degli impiegati del Regno Unito non disdegna una puntatina presso siti che vendono l’illusione di poter cambiare vita. Un’abitudine che costa loro l’undici per cento dello stipendio settimanale, e che consegna alle aziende un dipendente meno produttivo.

La situazione in UK riflette una tendenza in atto anche in Italia. Sono di questi giorni cifre interessanti: dei 2281 milioni di euro, valore complessivo del mercato del gioco italiano nel 2006, il 40 per cento è rappresentato dagli introiti che provengono dal gioco d’azzardo online . Entrambi questi fattori sono in netta crescita: il mercato globale del gioco è cresciuto di oltre il 50 per cento rispetto al 2005, momento in cui la fetta di entrate proveniente dall’online ne rappresentava il 20 per cento.

Non è solo Internet a fornire un’occasione per lucrare sui sogni. Risale a pochi giorni fa la pubblicazione di un report di Juniper Research nel quale si prevede che nel 2011 il mercato delle scommesse a mezzo telefonia mobile raggiungerà un valore di 16 miliardi di dollari, un incremento spaventoso, rispetto agli 1,5 miliardi scarsi dello scorso anno.

Preoccupati da queste cifre, i medici della British Medical Association ( BMA ) lanciano un allarme. Se il gioco d’azzardo tradizionale crea dipendenza, avvertono i medici nel report Gambling addiction and its
treatment within the NHS
, il gambling a distanza, quello online, via telefonia mobile e via tv interattiva, avvince appassionati e giocatori occasionali in modo ancor più subdolo .

Casinò e bookmaker a distanza sono disponibili 24 ore su 24, assicurano l’anonimato, e lavorano con l’impalpabile denaro elettronico, la cui percezione da parte dei giocatori è più “morbida”. Questi elementi favorirebbero un’assuefazione rapida e difficilmente sradicabile . Un’assuefazione spronata anche dai meccanismi che prevedono la gratuità per le prime puntate e garantiscono inizialmente risultati sorprendentemente favorevoli.

Il report è corredato dalla proposta di aiutare coloro che dipendono dal gioco d’azzardo a liberarsi del problema, affidandoli alle cure del sistema sanitario nazionale, un programma che dovrebbe essere finanziato con almeno 15 milioni di euro , provenienti dalle casse dell’industria inglese del gioco.

L’Italia ha fin qui scelto un approccio differente , che non tiene in minimo conto il pericolo della dipendenza dal gioco d’azzardo online. Anzi, il Belpaese sfida le direttive che impongono la libera prestazione dei servizi all’interno dell’Unione Europea. Con il nobile intento di garantire chi gioca, da due Finanziarie a questa parte l’ Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato viene autorizzata a chiedere l’oscuramento di un numero crescente di siti . Questa politica incoraggia invece l’uso dei bookmaker “in regola” ed è dovuta al fatto che questi ultimi, e con loro anche chi non riesce a “sganciarsi” dal gambling su Internet, garantiscono all’Erario cospicue entrate.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
17 gen 2007
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