New Haven (USA) – Sulla carta rischia davvero molto il 19enne Jason Jarrell, intraprendente cracker accusato di essere illegalmente penetrato in alcuni delicati sistemi informatici di varie università statunitensi, tra le quali anche la celeberrima Yale.
Il giovane texano è stato portato nelle scorse ore innanzi alla Corte superiore di New Haven, nel Connecticut, per essere formalmente accusato di sei diversi capi d’accusa. Secondo gli inquirenti, Jarrell avrebbe avuto accesso a computer che si trovano in cinque centri universitari, alcuni dei quali dedicati alla ricerca medica sul cancro, l’AIDS, il morbo di Alzheimer e altro ancora. Il tutto lo avrebbe fatto “sequestrando” un account di accesso a Yale e utilizzando quello per le proprie incursioni. Da lì si sarebbe creato anche altri account di accesso recuperando password e altri dati sul network dell’università.
Jarrell non ha compiuto operazioni di distruzione, sebbene secondo gli inquirenti le sue azioni abbiano reso temporaneamente inservibili i computer causando un danno complessivo (costo del tempo in cui non hanno funzionato e di rimessa in linea) calcolato in 150mila dollari.
A quanto pare ad incastrare Jarrell sono stati i cybercops del Connecticut, dove si trova Yale, che hanno individuato il numero di telefono da cui partivano gli accessi, numero che corrispondeva addirittura alla casa di Jarrell. Da lì sarebbe stato non troppo difficile configurare una “trappola informatica”, così è stata descritta dalla Connecticut Computer Crimes Task Force, e prendere Jarrell sul fatto.
Va detto che all’epoca dei fatti Jarrell aveva soltanto 16 anni e questo, sperano i suoi avvocati, influirà sulla condanna che si profila all’orizzonte nel procedimento che partirà il prossimo 22 aprile. Libero su cauzione di 100mila dollari, Jarrell sulla carta rischia 95 anni di carcere.