Gli hacker siriani vogliono comprare online

Gli hacker siriani vogliono comprare online

Rivendicano il diritto di fruire, anche in Siria, di piattaforme come PayPal e eBay: lo fanno attaccando i siti delle due aziende
Rivendicano il diritto di fruire, anche in Siria, di piattaforme come PayPal e eBay: lo fanno attaccando i siti delle due aziende

Un altro trofeo per il gruppo di guastatori siriani che si presenta in Rete con il nome di Syrian Electronic Army ( SEA ): dopo le ripetute aggressioni a Microsoft, l’offensiva è stata scagliata nei confronti di eBay e della sua controllata PayPal. Un attacco, quello condotto nella giornata di sabato dagli smanettoni vicini al regime di Al-Assad, per rivendicare a favore della Siria la possibilità di fruire delle transazioni elettroniche, come nel resto del mondo.

L’obiettivo dei cyberattivisti, nel colpire colossi dei trasferimenti di denaro come PayPal e eBay, non è stato quello di mettere in pericolo i milioni di utenti delle due piattaforme, di appropriarsi di preziosi dati personali: si è trattato di un’operazione a sfondo hacktivista, ha spiegato un rappresentante del gruppo, per denunciare l’impossibilità per i netizen siriani di fruire dei servizi di pagamento online. Paypal ha confermato: “Non è stato fatto accesso ad alcun dato degli utenti e nessun account è stato coinvolto”.

Semplicemente, “per un breve periodo, un limitatissimo numero di persone che visitava delle pagine dedicate al marketing di PayPal e eBay nel Regno Unito, in Francia e in India, è stato rediretto – ha illustrato la situazione il portavoce di PayPal – Il problema è stato tempestivamente individuato e risolto”.

SEA, dal proprio account Twitter ora sospeso, ha rivendicato inoltre la sostituzione del logo delle due aziende su diverse homepage dedicate e ha mostrato i retroscena dell’attacco, fra email di dipendenti e screenshot del sistema di gestione dei domini delle due piattaforme, spiegando che, a causa della “grande quantità di protocolli di autenticazione e di verifica di PayPal”, per l’attacco è stato necessario un dispiegamento di “tecniche molto più avanzate” rispetto a quelle impiegate finora. ( G.B. )

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Pubblicato il
3 feb 2014
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