Gli USA vogliono un cracker rumeno

Gli USA vogliono un cracker rumeno

Sotto processo in Romania per crimini informatici, Victor Faur viene ritenuto negli USA l'autore e il coordinatore di alcune sensazionali incursioni nei computer governativi americani. Negli States rischia decenni di carcere
Sotto processo in Romania per crimini informatici, Victor Faur viene ritenuto negli USA l'autore e il coordinatore di alcune sensazionali incursioni nei computer governativi americani. Negli States rischia decenni di carcere

Washington – Da solo o alla guida di una cracker crew nota come TheWhiteHatTeam , il 26enne rumeno Victor Faur avrebbe compiuto una serie di attacchi a siti e sistemi governativi americani alcuni dei quali completati con tale successo da aver causato non pochi problemi e grattacapi alle istituzioni interessate. Questo è quello che ritengono le autorità americane dove un giurì federale ha formalmente accusato Faur di essere l’artefice di incursioni e danni informatici.

Stando a quanto riportato da InformationWeek , Frau dovrebbe essere processato negli USA dopo la conclusione degli attuali procedimenti a cui è sottoposto in Romania per attività informatiche considerate illegali. Non è detto però che gli USA attendano l’estradizione: qualora il processo rumeno vada per le lunghe, le autorità potrebbero riuscire ad ottenerne l’arresto qualora, nel frattempo, Faur dovesse uscire dal paese.

In una nota diramata dall’ufficio del procuratore generale della California centrale si sostiene che la gang informatica ha avuto accesso ad almeno 150 computer governativi, compresi non solo quelli della NASA ma anche di installazioni sensibili come i Sandia National Laboratories , uno dei principali labs statunitensi impegnati nella Difesa.

Secondo gli inquirenti USA, “lo scopo principale della crew è colpire i computer governativi americani perché ritenuti tra i più sicuri al mondo”. E spiegano che “dopo aver craccato ed aver preso il controllo dei computer, si ritiene che Faur abbia manipolato le macchine per rendere più difficile scoprire l’accesso non autorizzato. Inoltre avrebbe utilizzato i computer per realizzare chat room con cui comunicare con gli altri membri della crew”.

A causare i danni alla NASA, spiegano le autorità americane, è il fatto che i computer compromessi “erano utilizzati per raccogliere ed elaborare dati da navette nell’orbita terrestre e nello spazio profondo, per valutare nuove tecnologie scientifiche e per raccogliere, archiviare e analizzare altri dati scientifici. NASA, il Dipartimento dell’Energia e la Marina non hanno potuto contare sull’integrità dei dati dei computer craccati. E dunque i sistemi hanno dovuto essere ricostruiti con scienziati ed ingegneri costretti a comunicare manualmente con le navette. Come risultato dell’intrusione e della successiva perdita di dati scientifici, NASA ha dovuto far fronte a danni per 1,36 milioni di dollari mentre Dipartimento e Marina insieme hanno subito 100mila dollari di perdite”.

Sono 10 i capi di imputazione di cui Faur dovrà rispondere negli States, uno dei quali parla di associazione a delinquere. Sulla carta, qualora venisse riconosciuto colpevole dei delitti informatici che gli vengono ascritti, rischia fino a 54 anni di carcere .

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Pubblicato il
4 dic 2006
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