Per la gioia di Google, l’indagine avviata dall’Autorità Garante della concorrenza e del mercato (AGCM) per i presunti ostacoli alla libera portabilità dei dati dell’utenza su altre piattaforme vedrà una proroga della deadline dal 30 giugno al 31 luglio. La decisione è stata presa dall’Autorità dopo che essa ha valutato la necessità di procedere con ulteriori adempimenti nei confronti del gigante statunitense.
Google ancora nel mirino dell’AGCM
Stando al report pubblicato da Corriere Comunicazioni, il termine dell’indagine riguardante l’azienda di Mountain View è stato spostato a nove mesi dall’apertura dell’istruttoria dopo che i vertici della stessa Big G hanno presentato impegni “volti a rimuovere i profili anticoncorrenziali” di cui l’Autorità ha parlato nei documenti originali.
Ricordiamo, difatti, che in questi ultimi si parlava di un comportamento lesivo da parte di Google nei confronti degli utenti, in violazione dell’articolo 20 del GDPR riguardante il diritto alla portabilità dei dati personali. Si tratterebbe, in termini concreti, di una limitazione della concorrenza.
Il 22 maggio, dunque, il gigante statunitense dovrà presentare ogni dettaglio sulla sua posizione in relazione alle osservazioni dei terzi sugli impegni precedentemente assunti, oltre alle eventuali modifiche agli stessi.
Non è la prima volta che Google finisce nel mirino delle autorità internazionali a causa delle sue pratiche anti-concorrenziali: ad esempio, a inizio aprile in Corea del Sud la Grande G ha ricevuto una sanzione pari a 32 milioni di dollari per avere impedito il rilascio di videogiochi Android su One Store, piattaforma concorrente del più rinomato Google Play Store, tra giugno 2016 e aprile 2018.