Google News, il pericolo vien dal Belgio

Google News, il pericolo vien dal Belgio

Mountain View avverte la corte belga con una dichiarazione al fulmicotone: se punite noi l'intera Internet come la conosciamo oggi potrebbe sparire. I servizi di indicizzazione non portano pena - e nemmeno penna
Mountain View avverte la corte belga con una dichiarazione al fulmicotone: se punite noi l'intera Internet come la conosciamo oggi potrebbe sparire. I servizi di indicizzazione non portano pena - e nemmeno penna

Google sostiene che nella condanna subita tre anni fa da parte di una corte belga c’è in gioco molto più del suo “semplice” business di indicizzazione dei siti di news locali: se le autorità non ritorneranno sui loro passi, avverte Mountain View, l’intera Internet come noi la conosciamo oggi potrebbe essere a rischio di estinzione .

Le dichiarazioni dei legali di Google consegnate alla Corte di Appello di Bruxelles oscillano tra la baldanza e l’appello accorato, con la corporation statunitense impegnata a convincere i giudici del fatto che la loro decisione nel merito si riverbererà non solo sulla Internet belga ma anche sul network mondiale foraggiato dai G-contenuti .

Google è stata condannata per violazione di copyright a causa della diffusione non autorizzata – attraverso l’aggregatore Google News – di contenuti giornalistici appartenenti ai quotidiani locali, ma Google sostiene che quella condanna non ha senso ed è fermamente convinta di essere nel giusto.

“Crediamo che i riferimenti con brevi sommari e link diretti alla fonte, così come praticato dai motori di ricerca, Google News e sostanzialmente chiunque sul web – dice Google – non solo è legame ma incoraggia gli utenti del web a leggere i quotidiani online”.

E se la corte di appello avesse un’opinione diversa? “Questo caso avrà serie conseguenze sul modo in cui le informazioni vengono ricercate e gestite su Internet”, ha detto il legale della Grande G Eric Valgaeren, e “una sentenza negativa metterebbe a rischio tutti i servizi di referencing o potrebbe persino farli scomparire” dalla rete.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
25 feb 2011
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