Google si fa il suo chip quantistico

Google si fa il suo chip quantistico

Mountain View lavora in partnership con una università americana per la realizzazione di chip quantistici "fatti in casa", un'iniziativa che potrebbe preludere al debutto della corporation nell'ipotetico mercato del quantum computing
Mountain View lavora in partnership con una università americana per la realizzazione di chip quantistici "fatti in casa", un'iniziativa che potrebbe preludere al debutto della corporation nell'ipotetico mercato del quantum computing

Google comunica di aver avviato una partnership tra il suo team di “Quantum Artificial Intelligence” (QAI) e un gruppo di ricercatori della UC Santa Barbara capitanato John Martinis, con l’obiettivo dichiarato di “progettare e realizzare nuovi processori” quantistici basati sull’uso di semiconduttori.

La nuova iniziativa hardware riafferma l’interesse di Mountain View per le potenzialità del quantum computing, un settore ad alto contenuto speculativo che vede la corporation sempre più protagonista dopo l’ adozione dei chip D-Wave (il cui funzionamento a base quantistica è solo ipotetico) e il lavoro congiunto con NASA avviato dal team QAI nel 2013.

Google loda i “risultati” sin qui ottenuti da Martinis in ambito di computing quantistico, anche se dice di voler continuare a collaborare sperimentalmente anche con la canadese D-Wave e le sue macchine “Vesuvius” e con NASA, per i processori “Washington” a 1000 qubit.

Dal punto di vista di Martinis, invece, la partnership con Google è un’opportunità preziosa per studiare le applicazioni di machine learning alla tecnologia dei computer quantistici, una possibilità che a ogni modo non impedisce al ricercatore di continuare il lavoro con i suoi studenti laureati all’università californiana e le strumentazioni presenti in loco.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 4 set 2014
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