Google sincronizza Chrome con le nuvole

Google sincronizza Chrome con le nuvole

Caratteristiche sempre più eteree per il browser di Mountain View. In attesa del sistema operativo omonimo, nuovi componenti si agganciano al software cromato
Caratteristiche sempre più eteree per il browser di Mountain View. In attesa del sistema operativo omonimo, nuovi componenti si agganciano al software cromato

Al di là della volontà di sfidare Windows su un piano diretto, molto ben chiaramente evidenziata da Google dalla presentazione di Chrome OS in poi, al puzzle del presunto nuovo orizzonte tecnologico del “cloud computing” mancano ancora un bel po’ di pezzi e infrastrutture tecnologiche spicciole . La prima, fondamentale esigenza di Google per il suo Chrome (OS) è fornire al browser con velleità da sistema operativo la capacità di sincronizzazione automatica dei dati in Rete, cosa che gli sviluppatori di Mountain View si stanno appunto preparando a introdurre di qui a pochi giorni.

È l’ingegnere del software Tim Steele ad annunciare, sulla message board di Chromium (di cui Chrome è la diretta emanazione), che una parte delle energie di sviluppo del progetto open source è da tempo dedicata alla realizzazione di una fondamentale funzionalità di sincronizzazione dei dati degli utenti, grazie alla quale gli utenti del browser prima e dell’OS Chrome poi si vedrebbero replicato, in ogni istante, il lavoro fatto in locale sul proprio account personale ospitato sui server di Mountain View.

“Abbiamo realizzato una libreria che implementa la parte client del nostro protocollo di sincronizzazione così come l’infrastruttura lato-server di Google per fornire la funzionalità agli utenti di Google Chrome e sincronizzare i dati al loro Google Account”, dice Steele. La sincronizzazione lavorerà inizialmente solo con i bookmark ma il sistema è stato pensato per prendersi carico di tutti i dati presenti/immessi nel browser .

La nuova infrastruttura di cloud computing si basa su una connessione XMPP persistente per la notifica di nuove modifiche ai dati, soluzione che garantirebbe la costante duplicazione di suddette modifiche in remoto. Si tratta, confermano gli sviluppatori, di un passaggio tecnologico di notevole importanza che modifica profondamente il codice del browser, ragion per cui la funzionalità verrà implementata in maniera graduale nel “tree” del codice di Chromium per far si che essa venga opportunamente analizzata e tenuta sotto controllo.

L’obiettivo finale, naturalmente, è quello di far uscire una build di Chome con la sincronizzazione pienamente operativa, condizione essenziale per far testare l’infrastruttura alla base di utenza del G-browser e un passo fondamentale da compiere prima che Chrome OS se ne possa giovare in pieno. A quel punto il “nuovo” sistema operativo di Google basato su Linux dovrebbe cominciare a uscire dal vaporware in cui è immerso per mostrare finalmente qualcosa di concreto su cui discutere .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 5 ago 2009
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