Google, un IDE a prova di Androide

Google, un IDE a prova di Androide

Mountain View annuncia l'avvento della prima versione definitiva dell'ambiente di sviluppo ufficiale per Android, una release a cui corrisponde l'abbandono dei progetti precedenti e che si accompagna a una nuova versione di Play Services
Mountain View annuncia l'avvento della prima versione definitiva dell'ambiente di sviluppo ufficiale per Android, una release a cui corrisponde l'abbandono dei progetti precedenti e che si accompagna a una nuova versione di Play Services

Rilasciato in forma preliminare durante l’ultima conferenza I/O per sviluppatori, Android Studio è ora disponibile in versione 1.0 e si candida a essere l’ambiente di sviluppo integrato (IDE) ufficiale per lo sviluppo di app pensate per girare sul sistema operativo mobile di Google.

Android Studio 1.0 è stato sviluppato dal team di Android a partire dall’IDE della community IntelliJ IDEA – a sua volta derivato dall’IDE Java ufficiale di Oracle; il nuovo ambiente è destinato a prendere il posto del plug-in Android Developer Tools (ADT) per Eclipse, e non a caso Google invoglia i programmatori a passare in massa all’IDE completo visto che ADT non è più aggiornato.

I vantaggi derivanti dall’uso di un IDE specifico per Android rispetto ad ADT sono molteplici , a partire da un’interfaccia utente migliorata fino a funzionalità di editing del codice affinateate passando per un sistema di monitoraggio dell’uso della memoria integrato.

Android Studio 1.0 è disponibile in varie versioni (“Canary” settimanali, “Dev” quindicinali o mensili, Beta e Stabili) a seconda della stabilità complessiva del codice, un’abitudine che Google ha da sempre adottato anche per la distribuzione di nuove release del browser Chrome.

E le novità del mondo androide non si fermano al nuovo IDE, visto che anche per il pacchetto Play Services si parla di una nuova versione disponibile tramite l’SDK Manager di Android: la release 6.5 di Google Play Services include nuove funzionalità per i vari servizi e API Google, inclusa una modalità “lite” per Maps capace i visualizzare una mappa statica laddove il contenuto dinamico completo non risulti consultabile o visualizzabile.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
10 dic 2014
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