C’è un momento nella vita di ogni gruppo Facebook privato in cui gli amministratori si guardano allo specchio e si chiedono: “E se fossimo più grandi?”. Magari il gruppo è nato come una piccola comunità di appassionati di piante succulente, o un club del libro che discute solo di film horror. Nato privato, intimo, un rifugio dove condividere pensieri senza il terrore che zio Anna commenti con opinioni non richieste… E poi, lentamente, ci si rende conto che là fuori ci sono migliaia di persone che adorerebbero parlare di cactus o di John Carpenter, ma non riescono a trovare il gruppo perché è nascosto come un tesoro.
I gruppi Facebook ora possono diventare pubblici senza esporre i contenuti passati
Finora, rendere pubblico un gruppo privato significava esporre tutto: post passati, commenti imbarazzanti, reazioni che sarebbe stato meglio tenere per sé. Meta ha finalmente capito che questa dinamica faceva schifo, e ha annunciato un aggiornamento che risolve il problema. Ora i gruppi Facebook possono diventare pubblici senza compromettere la privacy dei contenuti passati.
Gli amministratori di gruppi Facebook conoscono bene il problema. Si crea un gruppo pensando che sarà una cosa piccola, magari per dieci amici. Lo imposti come privato perché vuole un ambiente controllato, senza troll o gente a caso che entra e spamma link a dubbie criptovalute. Ma poi il gruppo cresce, diventa interessante, e si rende conto che potrebbe essere molto più grande se solo fosse più facile da trovare.
Fino ad oggi, le opzioni erano due: restare privati e limitati, oppure diventare pubblici ed esporre tutto ciò che i membri avevano scritto quando pensavano che nessuno al di fuori del gruppo avrebbe mai visto quei post. Imbarazzante per loro, rischioso per gli amministratori. Nessuna delle due opzioni era particolarmente allettante.
Come funziona il nuovo aggiornamento
Meta ha finalmente fatto qualcosa di sensato. Ora, dalla pagina delle impostazioni, gli amministratori possono cambiare lo status del gruppo da privato a pubblico. Tutti gli altri amministratori ricevono una notifica e hanno tre giorni per rivedere la decisione. Possono anche annullare la conversione se non sono d’accordo.
La parte intelligente, e sorprendentemente rispettosa della privacy, è questa: tutti i contenuti passati del gruppo, compresi post, commenti e reazioni, rimangono visibili solo ai membri che facevano parte del gruppo prima della conversione, più gli amministratori e i moderatori. I nuovi arrivati non vedranno nulla di quello che è stato scritto prima che il gruppo diventasse pubblico.
Anche l’elenco dei membri rimane protetto: solo amministratori e moderatori possono vederlo. Quindi niente stalking di massa da parte di curiosi che vogliono sapere chi fa parte del gruppo.
Quando il gruppo diventa pubblico, i membri ricevono una notifica. E non solo, la prima volta che pubblicano o commentano dopo la conversione, ricevono un ulteriore promemoria. Un’attenzione alla privacy che dovrebbe essere lo standard, ma che su Facebook sembra quasi rivoluzionaria. Perché sì, Meta ha fatto tante schifezze negli anni, ma ogni tanto fa anche qualcosa di giusto.
Cosa succede ai nuovi contenuti
Dopo la conversione, tutto ciò che viene pubblicato nel gruppo è visibile a chiunque, anche a persone che non hanno un account Facebook. Come qualsiasi altro gruppo pubblico. Il che significa che i contenuti possono essere indicizzati dai motori di ricerca come Google, e quindi apparire nei risultati di ricerca per query correlate.
Questa è la parte dove il gruppo può davvero crescere. Immaginiamo di essere uno dei dieci esperti mondiali di funghi bioluminescenti e di gestire un gruppo privato sull’argomento. Se si diventa pubblico, chiunque su Google cerchi “funghi bioluminescenti” potrebbe trovare il gruppo e unirsi. È marketing organico che non richiede alcuno sforzo.
Se gli amministratori si rendono conto che essere pubblici non è la scelta giusta, magari perché arrivano troppi troll, o perché la qualità delle discussioni crolla, possono riportare il gruppo alla modalità privata. Nessun vincolo permanente. Meta contempla la possibilità di cambiare idea, il che è stranamente ragionevole.