Wilson Wang, CEO di Huawei Italia, ha aperto l’appuntamento romano dell’evento continentale Eco-Connect Europe 2021, evento di punta per le smart technologies, le applicazioni nelle industrie e nella quotidianità e le tecnologie per l’impiego di fonti di energia rinnovabile. L’accento è andato subito ai conti del gruppo su scala globale in termini di fatturato e profitti, senza badare alle spese sul cash flow. Delle tre divisioni del colosso cinese quella Enterprise, protagonista dell’appuntamento italiano, ha assicurato maggiori soddisfazioni, con una crescita del 23% rispetto allo scorso anno a 15.4 miliardi di fatturato (e nonostante il bando statunitense perfino la Consumer è cresciuta del 3,3%, da 72 a 74 miliardi di dollari). Stabile, invece, la divisione Carrier.
Gli investimenti nella ricerca e nel paese
L’interesse del gruppo su ricerca e sviluppo rimane massiccio: 21.8 sono i miliardi investiti nel 2020, per un totale di oltre 110 miliardi negli ultimi dieci anni. Alle sfide geopolitiche e di mercati che si chiudono o aprono a seconda delle fasi, Huawei risponde dunque continuando a innovare. Nel biennio pandemico l’interesse del colosso di Shenzhen è stato quello di ottimizzare il portfolio per sostenere la resilienza, innovare per tagliare i consumi (uno dei punti-cardine dell’evento Eco-Connect Europe) e rispondere alle sfide di una supply chain internazionale a dir poco fuori controllo. L’Italia è un mercato chiave per il gruppo: “Qui lavorano oltre 730 persone, l’81% dei quali è italiano, e due quartier generali a Milano e Roma – ha spiegato Wang – abbiamo realizzato acquisti per 2.7 miliardi fra 2016 e 2020 e 20 milioni di investimenti alle università italiane nel solo 2020”. Percorsi che continueranno tramite l’attenzione ai nuovi talenti nazionali, alla componente femminile nella forza lavoro aziendale, agli atenei, alla digitalizzazione delle piccole e medie imprese, alla collaborazione con i vari partner e alla tutela dell’ecosistema ambientale.
I progetti, i trend e le strategie Enterprise
Domenico Miceli, Sales Director di Huawei Enterprise Italia, ha invece focalizzato sulla sua divisione. Un fatturato globale, come si diceva, da oltre 15 miliardi di dollari con una crescita aggregata del 30% fra 2015 e 2020, in Europa e nel solo primo semestre addirittura del 40%. L’Italia viaggia a gonfie vele, con un +100% rispetto all’anno precedente: “Nel 2020 253 aziende della lista fortune 500 hanno scelto Huawei come partner, per quest’anno l’obiettivo è raggiungerne 267” ha detto Miceli nel suo dettagliato intervento. Più di 700 progetti di smart city e public utilities, oltre 2mila aziende della finanza, oltre 190 nell’energia. E ancora oltre 200 aziende in ambito ferroviario e più di cento nell’aeroportuale. Questi gli ambiti di maggiore successo che passano grazie ai 22mila partner di vendita e 1.800 solution partner e 6mila nei servizi. I cosiddetti carrier delle tlc sono ovviamente fra i partner più importanti per Enterprise: a livello globale sono più di 100 e realizzano non solo i prodotti ma anche i servizi di consulenza.
Quali sono i trend attuali? Ovviamente il grande mondo dell’economia digitale: per ogni dollaro che ci si investe se ne generano tre. Per IDC nel 2020 “gli investimenti in digital transformation sono stati di oltre due triliardi di dollari” ha spiegato Miceli. La crescita degli investimenti delle aziende passa da lì. Che significa cloud, IoT e intelligenza artificiale, ambiti che dal 2020 – a causa della pandemia – puntano decisamente verso l’altro, accompagnando nuovi stili di vita e necessità, dallo smart working alla telemedicina fino all’educazione. La strategia di Huawei è costruire un ecosistema che tenga insieme connettività, computing, cloud, AI e applicativi e che metta in continua interazione persone, dati e dispositivi. D’altronde l’offerta di Huawei è talmente ampia che, “nonostante la situazione macroeconomica non sia favorevole abbiamo la capacità di restare attori centrali sulla scena” ha concluso il sales director Enterprise in Italia.
Le soluzioni e i prodotti disponibili
Luca Vit, CTO Enterprise Italia, ha preso per mano il pubblico illustrando le soluzioni tecnologiche disponibili e quelle in arrivo nei prossimi mesi per aziende e clienti in termini di efficienza energetica e appunto digitalizzazione. “La pandemia ci ha obbligato a cambiare abitudini e processi e sta indirizzando le aziende ad accelerare gli investimenti – ha detto Vit – le aziende che hanno investito negli anni scorsi sono quelle che ora stanno crescendo di più e ottenendo il maggior profitto”. Per l’ufficio, la produzione, l’energia, la ricerca, i data center, l’industria: l’offerta Huawei copre ogni ambito sposando la qualità e la sicurezza dell’infrastruttura di rete. CloudCampus 3.0 è una di queste: mondo Lan e Wan si fondono in quella piattaforma in grado di connettere ogni ambito dell’organizzazione. Sono poi in arrivo nuovi modelli di prodotti come switch, server, router di accesso contraddistinti dai massimi protocolli di sicurezza, da AirEngine 6761-22T a CloudEngine S8700 fino al CloudEngine S5731-L-RUA.
Per gli smart office, la scuola e le organizzazioni ci sono per esempio soluzioni come l’ultimo modello di IdeaHub, un maxi-display 6-in-1 che mette insieme funzionalità da pc a proiettore, fino alla soluzione WiFi 6E AP come il già citato AirEngine. Pochi mesi fa, per l’archiviazione dei dati, è arrivato l’OceanStor, un hardware completamente sviluppato in casa, piccolo e dai consumi ridotti. Prodotto nuovo, lanciato in queste settimane, è invece l’OceanProtect destinato al mercato dei back-up, sempre più importante in tempi di continui cyberattacchi ransomware, arriva in due versioni, X8000 e X9000 ed è compatibile con vari software di back-up, da SQL Server di Microsoft ad Hadoop. Ci sono poi soluzioni per risparmiare energia attraverso green data center con nuove generazioni di cabinet raffreddati a liquido. Ma l’innovazione passa anche dal Pol, la rete di fibra ottica che arriva fino all’access point – basti pensare a un grande hotel, un villaggio turistico, un ufficio – che ottimizza gli investimenti fornendo gli uffici di reti versatili e che consumano meno a parità di dati trasmessi.
Il “grande salto” della trasformazione digitale
Vincenzo Strangis, Senior Director Digiral Transformation and Smart City di Huawei Enterprise Italia, ha chiuso l’appuntamento concentrandosi sul tema della trasformazione digitale. L’Italia, in questo senso, è messa male: sia come competitività digitale che nel capitale umano, a cui mancano competenze digitali. Il Pnrr europeo dovrà spingerci in particolare nella trasformazione della pubblica amministrazione: le soluzioni del gruppo come Huawei Collective Intelligences e Digital Transformation Practice Center puntano proprio a questo. Nel primo caso si tratta di un team composto da tutti gli stakeholder che partecipano al progetto “e che garantisce sempre ai clienti un orientamento al futuro” ha detto Strangis. Co-innovation, coworking e co-creation sono le parole chiave del suo lavoro. Nel secondo, si entra nel vivo percorrendo le con il cliente diverse fasi di innovazione, dalla visione generale all’ideazione fino alla prototipazione, alla realizzazione e all’applicazione, per creare una sorta di “ondata digitale” per l’azienda cliente. Un grande salto, lo chiama Strangis. Quello che Huawei continua a fare nel mondo dell’impresa a 360 gradi con le sue proposte e le sue soluzioni, dai prodotti alla consulenza, dalla strategia al risparmio energetico.