I polmoni sostituiti dai microchip

I polmoni sostituiti dai microchip

Ricercatori USA annunciano di aver replicato il funzionamento del sistema respiratorio dei mammiferi in un chip ibrido tessuto-silicio. Ma si parla anche di organi di scorta rigenerati
Ricercatori USA annunciano di aver replicato il funzionamento del sistema respiratorio dei mammiferi in un chip ibrido tessuto-silicio. Ma si parla anche di organi di scorta rigenerati

I ricercatori della Harvard University comunicano di essere riusciti a sintetizzare una sorta di “polmone-su-chip”, una replica fedele e a quanto pare funzionante del tessuto ospitato nei polmoni dei mammiferi che potrebbe aprire nuove strade alla ricerca scientifica e farmacologica. Nel mentre gli scienziati rivali di Yale si spingono ancora più avanti, e parlano di trapianto di polmoni con organi “rigenerati”.

Il polmone-su-chip di Harvard, tanto per cominciare, è un dispositivo microscopico e traslucido composto da un microchip, cellule polmonari e dei vasi sanguigni, dotato della stesse capacità di assorbimento di ossigeno dei polmoni propriamente detti.

Il dispositivo funziona, dicono i ricercatori, al punto che è stato possibile replicare anche la tradizionale risposta infiammatoria delle cellule polmonari in reazione agli agenti patogeni comunemente presenti nell’aria.

Riguardo i possibili scenari di utilizzo di un chip-polmone, gli scienziati USA sperano di poter impiegare il loro ritrovato nello studio degli effetti dei farmaci o anche delle tossine su cellule “vive”, senza alcuna necessità di operare su un paziente che si sottoponga volontariamente al test. Il chip-polmone potrebbe in futuro sostituire “molti studi sugli animali”, sperano i ricercatori, ponendosi come alternativa ideale alla vivisezione.

E mentre ad Harvard pensano al micro-polmone artificiale, quelli della Yale University lavorano alla “rigenerazione” delle cellule polmonari per un trapianto a prova di rigetto. In questo caso i ricercatori hanno espiantato i polmoni da ratti adulti, rimuovendo le cellule interne degli organi e impiantandovi tessuto “rigenerato” in precedenza .

I polmoni rigenerati sono stati poi rimessi al loro posto, e i ratti hanno riacquistato la capacità di assorbire ossigeno ed espellere anidride carbonica anche se per poche ore. “Si tratta di un primo passo verso la rigenerazione di polmoni completi per grandi animali ed eventualmente per esseri umani”, ha dichiarato la responsabile della ricerca Laura Niklason.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il 30 giu 2010
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