Nel 2014 si festeggiano i primi 50 anni del BASIC ( Beginner’s All-purpose Symbolic Instruction Code ), linguaggio di programmazione general-purpose di alto livello che ha fatto letteralmente la storia dell’informatica e che continua a far sentire la propria influenza nonostante l’enorme periodo di tempo passato dalla sua creazione.
Le “umili” origini del BASIC vanno ricercate presso il Dartmouth College, nello stato americano del New Hampshire, dove nel 1964 John G. Kemeny e il professore di matematica Thomas E. Kurtz erano al lavoro su un esperimento di programmazione rivolto al pubblico di massa. L’idea dietro BASIC – a sua volta nato dalla fusione di progetti quali Dartmouth Simplified Code, Dartmouth Oversimplified Programming Experiment e Formula Translator – era infatti quella di estendere la programmazione e lo studio dell’informatica a una platea molto più ampia di quella garantita dagli studenti di scienze e di matematica.
Nato in un epoca in cui gli home computer (o anche solo i “microcomputer”) erano prodotti ancora di là da venire, il BASIC esplose come vero fenomeno di massa dopo l’invenzione del microprocessore (1971) e aiutò aziende come l’allora misconosciuta Microsoft a imporsi come dominatrici incontrastate nel nascente mercato del software.
Col tempo l’approccio hobbistico e “da principianti” di BASIC ha lasciato il posto a linguaggi più complessi, ricchi e professionali, ma la lunga storia del celebre standard di programmazione continua a far sentire i propri effetti nei dialetti moderni – anch’essi legati alle vicende Microsoft – ancora utilizzati dai creatori di software di ogni ordine e grado come Visual Basic e il Framework dotNET.
Alfonso Maruccia