I robot affinano i sensi

I robot affinano i sensi

In Inghilterra sono allo studio nuovi tipi di chip che potrebbero rendere i robot totalmente autonomi e sensibili alle condizioni ambientali
In Inghilterra sono allo studio nuovi tipi di chip che potrebbero rendere i robot totalmente autonomi e sensibili alle condizioni ambientali


Manchester – L’ Università di Manchester sta sviluppando un nuovo tipo di robot che, secondo i ricercatori, potrebbe disporre di istinti simili a quelli degli umani. Il progetto, chiamato REVERB , attualmente coinvolge alcuni fra i più importanti laboratori delle università britanniche ed ha come obiettivo l’implementazione di nuove soluzioni tecnologiche che dovrebbero permettere ai robot di reagire agli eventi esterni come gli essere umani e gli animali.

“Stiamo cercando di sviluppare un sistema robotico intelligente che possa reagire alle stimolazioni esterne senza l’intervento diretto dell’uomo”, ha spiegato Piotr Dudek , docente della University’s School of Electrical and Electronic Engineering di Manchester. “Il chip che permetterà la visione sfrutterà le nostre conoscenze sulla retina umana, e allo stadio finale dovrebbe permettere una visione periferica e centrale paragonabile a quella dei primati. Come avviene con i nostri occhi, il chip dovrà elaborare immagini complesse e inviarle immediatamente al processore centrale che quindi stimolerà reazioni fisiche quasi istantanee”.

Anche BAE Systems sta partecipando al progetto e si sta concentrando nello studio di future implementazioni per i settori medici ed industriali, magari integrate con sistemi laser.

La progettazione dei modelli computazionali per il cervello dei robot potrà avvenire solo ed esclusivamente dopo un’attenta analisi di tutte le variabili che intervengono nel processo di elaborazione delle azioni esterne.

“Questo progetto permetterà ai ricercatori di discipline diverse di lavorare insieme per comprendere fino in fondo come il sistema nervoso degli animali interpreti i segnali provenienti dai sensi”, ha aggiunto Kevin Gurney, docente presso l’ Università di Sheffield .

Dario D’Elia

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Pubblicato il
20 mag 2005
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