Roma – Nessuno alla NASA pensa di poter inviare una missione umana in orbita nel 2006 per installare le nuove batterie che serviranno al Telescopio spaziale Hubble . Ed è l’impossibilità di compiere una missione del genere che, tra il 2007 e il 2008, metterà fuori gioco uno strumento di osservazione che non solo ha consentito in questi anni di allargare la conoscenza dell’universo in modo sostanziale ma è anche finito per diventare un pezzo importante dell’immaginario collettivo.
Ma alla NASA non tutti hanno abbandonato le speranze di poter consentire ad Hubble di proseguire nella sua straordinaria missione. Se l’installazione di nuove batterie viene infatti vista come un’operazione troppo rischiosa dopo gli incidenti che si sono verificati in passato, come l’esplosione dello shuttle Columbia, ci potrebbe comunque essere qualcuno capace di portarla a termine.
In particolare Sean o’Keefe, importante rappresentante dell’ente spaziale nordamericano, ha fatto sapere che la NASA è ora ufficialmente in attesa di proposte da parte della comunità di ricercatori e sviluppatori nel settore della Robotica .
Senza riferimenti espliciti alle unità di riparazione già viste nella saga fantascientifica di Star Wars , la NASA spera di ricevere progetti credibili e fattibili per inviare verso Hubble una missione di robot che abbia come scopo la riparazione e la preparazione ad una più lunga vita dell’ormai mitico telescopio spaziale.
Hubble, uno degli apparecchi più complessi realizzati per la ricerca astronomica, opera ormai da 14 anni regalando enormi soddisfazioni agli astronomi ammessi al suo utilizzo, una comunità di circa mille scienziati che ora torna a sperare. L’ American Astronomical Society ha già espresso il proprio entusiasmo per l’iniziativa NASA: resta ora da vedere se nel breve tempo che resta da qui all’esaurimento delle operazioni di Hubble potranno essere realizzati dei robot riparatori capaci di garantire sufficienti possibilità di successo.
Nelle ultime ore, poi, un altro importante responsabile NASA, Wayne Hale, che coordina le missioni dello shuttle, ha aperto nuove ipotesi, come la possibilità che una missione “tradizionale” possa effettivamente essere svolta per “salvare” Hubble. Perché ciò avvenga, però, sarà necessario risolvere i problemi di sicurezza emersi proprio dopo l’esplosione del Columbia, un obiettivo certo non facile.