Roma – Il 14 febbraio, mercoledì, Ian Clarke sarà ospitato dalla Stanford University, uno degli atenei più importanti negli Stati Uniti. Lo scozzese di Edinburgo, creatore della rete Freenet, dovrà spiegare perché un network totalmente anonimo non solo è una novità ma è, soprattutto, una necessità.
Clarke presenzierà al “Computer Systems Laboratory Colloquium” e il suo intervento avrà per titolo “Il Progetto Freenet: un sistema distribuito e decentralizzato di archiviazione e recupero di informazioni”. L’evento è di grande interesse perché porta Freenet e la sua rivoluzione al centro del lavoro accademico e al centro di Stanford, da sempre una delle “fabbriche” dei maggiori talenti scientifici americani.
Esplicativo il comunicato di presentazione dell’evento: “Freenet è studiata per consentire la distribuzione dell’informazione su Internet senza timori di censura. Per ottenere questo scopo, Freenet fornisce anonimato a coloro che vi introducono informazioni e a coloro che vi accedono. Totalmente decentralizzata, nessuno controlla Freenet, neppure i suoi creatori. Questo fa sì che sia pressoché impossibile obbligare alla rimozione di una certa informazione dal sistema. In più, Freenet offre qualità notevoli su mezzi tradizionali di distribuzione delle informazioni come il World Wide Web, proprio grazie al caching dinamico e al mirroring dei contenuti”.
Clarke, che sarà relatore a Stanford, si trova ormai da tempo negli Stati Uniti, dopo aver accettato di mettere in piedi con un partner americano la Uprizer, società di Santa Monica che si occupa di sviluppare applicazioni da far girare su Freenet.